Antichrist: recensione film di Lars Von Trier

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Una coppia di coniugi perdono il figlioletto in un tragico incidente, così entrambi decidono di trasferirsi in una localita isolata per elaborare il lutto e riscostruire il loro rapporto, ben presto qualcosa di maligno prenderà forma e trascinerà la coppia in un incubo infernale che porterà entrambi ad interrogarsi sulla vera origine della natura umana…

Bella patata bollente questo ultimo film di Lars Von Trier, io mi pongo a mezzavia fra detrattori ed estimatori del regista in questione, non per un fatto puramente diplomatico, ma perchè come capita spesso in ogni filmografia ci sono sempre titoli deboli o che non mi convincono, sfornare una sequela di capolavori è molto difficile, il passo falso rimane comunque fisiologico e sempre dietro l’angolo, e poi non amo gli irriducibili a prescindere.

Oltretutto qui si parla di un regista che ama provocare e scuotere il pubblico e con Antichrist succede, che siano risatine, fischi, o imbarazzanti silenzi è chiaro l’intento del regista di provocare una reazione, qualunque essa sia.

Il film parte con una sorta di patinato prologo stile videoclip che già annuncia con fermezza che la donna, la religione, il sesso e la natura umana verranno frullati ben bene dal regista e che in questo film si paleseranno appieno tutte le problematiche e i dilemmi che la depressione, che ha afflitto il regista, hanno portato a galla.

Che Antichrist sia a tratti intrigante è indubbio, lo stile, la tecnica, la narrazione, alcune immagini molto suggestive vanno di pari passo con cadute di tono estreme ed una recitazione dei due protagonisti enfatica e sempre sull’orlo di una crisi di nervi, nonchè una prolissità e ridondanza che a volte irritano e provocano inesorabilmente qualche spazientita intemperanza da parte dello spettatore.

Descrivere meticolosamante le scene di sesso esplicito o l’incubo visonario in cui cade la coppia rovinerebbe la visione del film oltre ad essere alquanto difficile e profondamente sbagliato, quindi ci limiteremo come al solito ad avvertire che questo non è un horror a sfondo demoniaco, ma più un thriller psicologico a tinte horror il che è decisamente un’altra cosa.

I generi mal si addicono al regista quindi alle orde di fan dell’horror  in cerca de L’Esorcista o a chi ama l’horror nella sua veste più classica questo non è il film giusto, qui l’orrore ha altre radici e altri contesti, e si rischia una bella delusione.

E’ indubbio che con antichrist, Lars Von Trier abbia molto aiutato i detrattori del suo cinema, esporsi in questo modo dimostra comunque un coraggio o una follia artistitica estremi, ma comunque apprezzabili.

Voti e giudizi a parte, Antichrist è un provocatorio e disperato esempio di cinema altro che, fatte le dovute eccezioni, va comunque visto perchè è un cinema si deliberatamente e spudoratamente masochista, ma che porta comunque alla discussione e alla riflessione e in un contesto dove l’intrattenimento puro la fa da padrone non mi sembra poco.