Giffoni Film Festival 2010 undicesima giornata: oggi Sam Worthington e Sabrina Impacciatore

Ultima settimana per la quarantesima edizione del Giffoni Film Festival, ieri le prime immagini in anteprima mondiale del Dylan Dog di Kevin Munroe con il nuovo Superman Brandon Routh e red carpet per Michele Riondino e la talentuosa Isabella Ragonese, entrambi protagonisti di Dieci inverni di Valerio Mieli.

La Ragonese prossima madrina a Venezia e insignita del premio Giffoni Experience, ha parlato dei suoi esordi in teatro, del film Tutta la vita davanti che gli ha aperto molte strade e dell’esperienza televisiva con Luca Zingaretti nella fiction L’età del dubbio di Roberto Sironi e poi una parola per Elio Germano con cui ha recitato ne La nostra vita di Daniele Luchetti: Farei un contratto per recitare sempre con lui.

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Nastri d’argento 2010: Mine Vaganti e La prima cosa bella vincitori con 5 premi a testa

Nastri d'argento 2010

Mine Vaganti di Ferzan Ozpetek (miglior commedia) e La prima cosa bella di Paolo Virzì (miglior regista) si sono spartiti i Nastri d’argento 2010, cinque a testa (o 5 a 4 per Mine Vaganti se l’ex aequo vale uno), assegnati dal sindacato giornalisti cinematografici (SNGCI).

L’edizione di quest’anno è stata caratterizzata dall’altissimo numero di ex aequo, cinque. A pari merito sono finiti: Elio Germano (La nostra vita) e Christian De Sica (Il figlio più piccolo) come migliori attori protagonisti, Stefania Sandrelli e Micaela Ramazzotti (entrambe per La prima cosa bella) come migliori attrici protagoniste; Ennio Fantastichini (Mine Vaganti) e Luca Zingaretti (Il figlio più piccolo) come migliori attori non protagonisti; Isabella Regonese (La nostra vita), Lunetta Savino ed Elena Sofia Ricci (entrambe per Mine Vaganti) come migliori attrici non protagoniste; Valerio Mieli (Dieci Inverni) e Rocco Papaleo (Basilicata coast to coast) come migliori registi esordienti.

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David di Donatello 2010: trionfa Vincere di Bellocchio, ma il miglior film è L’uomo che verrà

Marco Bellocchio

Vincere di Marco Bellocchio trionfa ai David di Donatello 2010: il film colleziona otto riconoscimenti, di cui sei tecnici, quello per il miglior regista e quello per il miglior film. L’uomo che verrà di Giorgio Diritti è il miglior film della stagione (e si porta a casa un totale di tre statuette).  La prima cosa bella di Paolo Virzì, favorito alla vigilia, deve accontentarsi del premio per la sceneggiatura e di quelli per i due attori protagonisti, Valerio Mastrandrea e Micaela Ramazzotti. I due attori non protagonisti migliori, invece, sono quelli di Mine Vaganti, Ilaria Occhini e Ennio Fantastichini.

Da segnalare: Baaria di Giuseppe Tornatore rimane quasi a bocca asciutta se non fosse per il premio per il miglior musicista, Ennio Morricone; la migliore canzone di un film è Baciami Ancora di Jovanotti; Valerio Mieli è il miglior regista esordiente grazie al suo Dieci inverni.

In apertura di serata Stefania Sandrelli ha letto una lettera di protesta firmata dal movimento Centoautori:

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Dieci inverni, recensione

la-locandina-di-dieci-inverni-1389071999, Due studenti Camilla (Isabella Ragonese) e Silvestro (Michele Riondino) in quel di Venezia incrociano i loro sguardi su di un vaporetto,  lei timida e graziosa, lui all’apprenza molto sicuro di sè, una volta rotto il ghiaccio lui decide di seguirla passando con lei una rivelatoria e castissima notte fatta di frasi non dette e sguardi sin troppo eloquenti.

Inizierà cosi una lunga storia d’amore come cantava Gino Paoli, ma a distanza e senza che i due riescano mai a trasformarla in qualcosa di concreto, perchè la vita, o se preferite il destino li porterà sempre ad un passo l’uno dall’altra, rendendoli consapevoli, ma non troppo del loro sentimento che invece che scemare, nonostante gli ostacoli del cuore, sembrerà rafforzarsi.

Così attraverso dieci anni e dieci inverni i loro cuori terranno bene al caldo un sentimento solo all’apparenza fugace, ma pronto invece a superare qualsiasi difficoltà perchè allevato con costanza e accompagnato verso una prinamvera metaforicamente liberatoria, in cui potrà sbocciare e diventare anche altro.

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TIFF 2009, Tokio International Film Festival

tokyo_international_film_festival-2009Dal 17 al 25 ottobre 2009 la città di Tokio ospita la ventiduesima edizione del Tokio International Film Festival, prestigioso evento che con  l’importante supporto del governo giapponese promuove l’industria cinematografica nipponica sul mercato internazionale e rappresenta un’esclusiva vetrina per produzioni provenienti da tutto il mondo.

Sei le sezioni previste per le pellicole selòzionate, dalla canonica sezione competitiva, che quest’anno vede tra i partecipanti anche il regista italiano Valerio mieli con il suoi Dieci inverni, alle collaterali Winds of Asia-Middle East e Japanese Eyes, la prima riservata a pellicole prodotte nel solo territorio asiatico, mentre la seconda rappresenta uno sguardo sul cinema indipendente made in Japan.

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Festival di Venezia 2009 domenica 6: ieri standing ovation per Cosmonauta, oggi l’atteso Capitalism: a love story

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Il Festival di Venezia prosegue, le star si susseguono, mentre i film cominciano a lasciare nel bene e nel male qualche traccia indelebile, ieri grandi apprezzamenti per la seconda pellicola in concorso per Herzog, My son my son, what have ye done? protagonista Michael Shannon che dopo la nomination all’Oscar per Revolutionary Road torna a raccontare una storia di disagio mentale.

Il direttore del festival Mueller non sembra preoccupato per l’anomalia Herzog e spiega:

Comunque nel regolamento non c’e nulla di fatto che lo impedisce.

Gli fa eco il regista bavarese che non si scompone per eventuali polemiche e precisa:

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Festival di Venezia 2009 Sabato 5: ieri Nicolas Cage conquista il Lido, oggi si replica con Herzog

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Ieri al Festival di Venezia riflettori puntati sul Bad Lieutanant: Port of Call New Orleans di Werner Herzog, la pellicola in realtà si discosta molto dal film di Abel Ferrara con protagonista un monumentale Harvey Keitel, infatti il regista puntualizza:

Non l’ho mai visto, ma mi dicono non ci sia un raffronto, e personalmente avrei voluto un titolo diverso, spero Ferrara lo veda, io vedrò il suo presto.

Gli fa eco Nicolas Cage, che ribadisce la differenza tra il suo personaggio e quello di Keitel:

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Festival di Venezia 2009 Venerdì 4: ieri ovazione per Videocracy, oggi Il Cattivo Tenente di Herzog

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Festival di Venezia 2009, eccoci giunti alla seconda giornata della kermesse veneziana, ieri non sono mancate le sorprese come un’ovazione di quasi tre minuti per il tanto chiacchierato Videocracy del regista Erik Gandini e una ressa con annessa chilometrica fila per assistere alla proiezione.

Certo non me lo aspettavo, ha raccontato Gandini ai giornalisti, di certo è successo per la storia dei trailer censurati…questa è la dimostrazione che se vuoi raccontare cose scomode vai a scontrarti con le difficoltà.

Quattro le pellicole di punta proiettate ieri, molto applaudito il capolavoro d’animazione Metropia, sei anni di lavorazione e un mix di diverse tecniche per raccontarci un cupo futuro dove la privacy è solo un ricordo del passato e molto apprezzato anche The road, Viggo Mortensen e il regista John Hillcoat ci raccontano la vita dopo l’apocalisse, dove violenza e cannibalismo sono pane quotidiano.

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