Il medico della mutua, recensione

locandina-medico-mutua (300 x 426)L’ambizioso dr. Guido Tersilli (Alberto Sordi) ha deciso che la sua laurea in medicina debba essere monetizzata al più presto e nella maniera più lucrosa possibile, quindi alla faccia del giuramento di Ippocrate punta tutta la sua attenzione sul popolo dei mutuati, un esercito di malati da sfruttare per far cassa e carriera.

Ad aiutare Tersilli la fidanzata Federica e la madre vedova entrambe impegnate a sostenere l’uomo di casa nella sua scalata, così dopo aver aperto un ambulatorio, Tersilli presta servizio anche in una importante clinica, nella quale prosegue la sua caccia ai mutuati, ma non solo grazie alla sua faccia tosta e a una massiccia dose di servilismo riesce ad ingraziarsi sia il primario che le suore infermiere che diventeranno fonte vitale per la selezione dei pozienti più ambiti.

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Pane, amore e…: recensione

ScreenHunter_01 Jun. 19 06.18 (300 x 421)Il Maresciallo Carotenuto ( Vittorio De Sica) lasciata l’Arma dei Carabinieri torna nella natia Sorrento, dove ad attenderlo troverà il fratello parroco Don Matteo (Mario Carotenuto) e la casa di famiglia dove è cresciuto. I festeggiamenti per il bentornato, allietati anche dall’assegnazione del comando della locale stazione di vigili urbani, saranno in parte rovinati dalla notizia che la casa di famiglia non è libera.

Ad occupare l’appartamento la procace inquilina Donna Sofia (Sophia Loren) che userà tutte le sue arti seduttive per non venir sfrattata, nel frattempo Carotenuto verrà ospitato suo malgrado in casa della rigida Donna Violante (Lea Padovani) e a controllarlo affinchè la sua condotta morale resti irreprensibile, non solo il fratello prete, ma anche la carabiniera Caramella (Tina Pica), fedele domestica tutta d’un pezzo.

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Pane, amore e gelosia: recensione

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Ritroviamo i protagonisti del primo film all’indomani delle loro dichiarazioni d’amore, il maresciallo Carotenuto (Vittorio De Sica) scoperto che la levatrice Nannarella (Marisa Merlini) non solo ha un figlio, ma è stata abbandonata dall’uomo che l’ha sedotta, decide ugualmente di impegnarsi con lei, mentre il carabiniere Stellutti (Robert Risso) è riuscito finalmente a confessare il suo amore alla bella Bersagliera (Gina Lollobrigida che tra parentesi non aspettava altro.

Confessati i propri sentimenti le due coppie ora dovranno fare i conti con alcune complicazioni che rischieranno di minare l’immane fatica fatta, infatti Stellutti dovendo terminare il suo servizio in un altro paese, prima di partire affida la sua fidanzata a Carotenuto, che per tenerla d’occhio la assumerà come governante in casa propria dando il via ad una serie di chiacchiere che il piccolo paese contribuirà a far arrivare sia a Stellutti che a Nannarella, fomentando in loro gelosia e sospetti.

Ci vorrà un semplice ed ingenuo ballo tra la Bersagliera e Carotenuto affinchè  le coppie scoppino, Nannarella si lancerà in una scenata di gelosia e Stellutti romperà il fidanzamento. nel frattempo Carotenuto cercando di riparare all’equivoco intende sposare Nannarella e dare le dimissioni dall’Arma così da regolarizzare la loro situazione, ma il ritorno del seduttore latitante che vuole riparare al torto fatto in passato sposando Nannarella e riconoscendo suo figlio complicherà ancor più la situazione, intanto la Bersagliera pensa di abbandonare il paese…

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Frasi da cinema, Un americano a Roma

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Nando Mericoni (Alberto Sordi) è davvero convinto di essere nato dalla parte sbagliata dell’oceano, Kansas City, altro che Roma è il posto adatto a lui, ma quale pasta, pizza e mandolino, pane e mostarda, film western e musical americano, questo è il pane quotidiano di Nando Mericoni….un vero americano a Roma.

NANDO ALLE PRESE CON UN TIPICO PASTO NOTTURNO MOLTO AMERICANO:

Macaroni! …uhm… macaroni! Questa è robba da carettieri. Io nu’ mangio macaroni, io so’ americano… (dopo aver gustato un memorabile panino con mostarda e marmellata) … Puah! … Ammazza che zozzeria, ahò! … Macaroni … m’hai provocato e io te distruggo, macaroni! Io me te magno! Questo o damo ar gatto! Questo ar sorcio, co questo ce ammazzamo e cimici.

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Il figlio più piccolo, recensione

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In una afosa Bologna del 1992, Luciano Baietti (Christian De Sica) sta per convolare a frettolose nozze con la sprovveduta Fiamma (Laura Morante) madre dei suoi due bambini, ma in men che non si dica, e a cose fatte, il Baietti sparisce nel nulla con il suo commercialista e con tutte le proprietà della neo-consorte.

Passano alcuni anni, Baietti è ormai a capo di una lucrosa società, naturalmente  la crisi economica e gli intrallazzi gestiti dalla sua elastica e sin troppo creativa amministrazione cominciano a dare i loro frutti avvelenati, il fisco incombe, la Guardia di Finanza è pronta a smantellare pezzo per pezzo la Baietti Enterprises portando a galla tutto il marcio nascosto con conseguenze facili da intuire.

Così mentre Baietti padre se ne sta in panciolle a godersi i suoi soldi e a cercare l’ennesimo escamotage anti-fisco supportato dal suo ambiguo consigliere Sergio Bollino (Luca Zingaretti), la famiglia abbandonata anni prima vive di sogni impossibili da realizzare, con moglie in cerca dell’inarrivabile miraggio televisivo, il figlio maggiore Paolo e il minore Baldo, quest’ultimo un ragazzo ingenuo e sin troppo buono, che studia cinema e supporta la madre nelle sue numerose crisi depressive.

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Il Marchese del Grillo, recensione

Il marchese del grillo

Nella Roma papalina il Marchese del Grillo (Alberto Sordi) crea scompensi alla sua famigla austera ed autoritaria con un comportamento irriverente e beffardo, dedito all’ozio e ad una buona dose di vizi, il Marchese passa le sue giornate tra bevute e partite a carte in bettole e osterie, qualche incursione notturna nel letto di qualche bella popolana, nonchè l’immancabile burla quotidiana ai danni di poveri e subalterni.

Poi un bel giorno Onofrio incontra casualmente in una bettola e completamente sbronzo il carbonaio Gasperino, che si rivelerà essere un suo sosia perfetto, come resistere allo scherzo del secolo, ripulito e vestito di tutto punto l’ignaro popolano si ritroverà nel letto del Marchese pronto a sostituirlo, mentre quest’ultimo se ne starà in disparte a godersi le esilaranti situazioni che Gasperino inevitabilmente creerà in famiglia.

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Festival di Roma 2009 terzo giorno, Dopo Richard Gere oggi Tra le nuvole con Clooney

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Terza giornata per il Festival del Cinema di Roma, ieri riflettori e flash puntati su Richard Gere, l’attore ha presentato al festival il film Hachiko: a dog’s story, adattamento di un commovente romanzo giapponese:

E’ una storia molto semplice, ma con una potenza interiore davvero straordinaria. Ho letto due volte il racconto, e mi sono commosso in entrambe le occasioni. Credo che in questo film vi sia qualcosa di fortemente simbolico.

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Tutti a casa, recensione

Tutti a casa []8 settembre 1943, la notizia dell’armistizio tra l’esercito italiano e le  forze anglo-americane scatena euforia, ma anche notevole confusione, al grido di tutti a casa molte truppe si sfaldano, le diserzioni si fanno frequenti e difficilmente contrastabili, l’insofferenza si fa sentire anche nella truppa capitanata dal sottotenente Alberto Innocenzi (Alberto Sordi) che si trova a dover fare i conti con un moto di ribellione da parte dei suoi soldati e una serie di defezioni.

Ligio al doivvre Innocenzi cerca di convincere la sua truppa che bisogna attendere gli ordini del comando prima di abbandonare, ma la maggioranza dei suoi subalterni si da alla macchia, con lui rimangono solo il sergenete Fornaciari (Martin Balsam),che è ormai a pochi chilometri da casa sua, e il soldato semplice Ceccarelli (Serge Reggiani) che deve ragggiungere Napoli e non se la sente di affrontare il lungo viaggio da solo.

I tre indossati abiti civili si mettono in viaggio verso casa, lungo la strada incontreranno alcuni partigiani, assisteranno all’esecuzione per mano dei tedeschi di un loro commilitone reo di aver coperto la fuga di una ragazza ebrea, e giunti a a casa di Ceccarelli quest’ultimo finirà arrestato per aver dato asilo ad un soldato americano.

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Recensione: Vacanze di Natale 91

Saint Moritz, Natale 1991, nel lussuoso Badrutt’s Palace Hotel assistiamo alle vicissitudIni dei vari danarosi avventori, ognuno alle prese con piccoli grandi equivoci e disavventure varie. c’è la coppia di gay Mimmo (Andrea Roncato) e Rino (Nino Frassica) che affrontano una crisi nel loro rapporto dovuta alla scivolata etero di Mimmo per la bella Simona.

L’uxoricida Leopoldo (Ezio Greggio) mentre è in intimità con la seconda moglie Marta, viene disturbato dall’apparizione dell’infuriata ed ectoplasmatica prima moglie Brunilde, decisa a farla pagare al fedigrafo ed assassino ex-consorte.

Scambi di coppia e assegnazione per errore della medesima suite alla coppia milanese Nanni (Massimo Boldi) e Ingrid e ai coniugi romani Enzo (Christian De Sica) e Fernanda, mentre la bella Giuliana (Ornella Muti) in compagnia di un conte in viaggio d’affari, cerca di evitare in ogni modo di incontrare il cameriere Sabino (Alberto Sordi), suo padre, e svelare così al facoltoso accompagnatore le sue umili origini.

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Totò il comico più popolare per gli italiani, Jessica Rabbit la più sexy dell’animazione

Totò è il comico italiano più popolare di sempre, mentre Jessica Rabbit è la figura femminile più sexy dell’animazione: questi sono i risultati di due sondaggi, il primo fatto dal sito italiano Qui News, il secondo dall’azienda inglese Cadbury Dairy Milk. Diamo uno sguardo un po’ più approfondito.

Su 1000 intervistati equamente divisi per fascia d’età, sesso e collocazione geografica, l’indagine di Quinews sul comico italiano più amato di sempre vede trionfare, con il 50,5% delle preferenze, il principe della risata Antonio De Curtis, che precede Alberto Sordi, secondo con il 21,5% e Massimo Troisi, terzo con il 10%. Il restante 18% si distribuisce tra Roberto Benigni (5%), Aldo Fabrizi (4%), Nino Manfredi e Peppino De Filippo (3%), Walter Chiari, Carlo Verdone e Franco Franchi (1%).

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Cinepanettoni parte I: le origini

Il cinepanettone non è un’opinione, ma un fenomeno di costume. Il fenomeno, che è culminato con il conio di un termine apposito per la sua stessa definizione, nasce nel lontano 1983. Cosa si intende per cinepanettone?

Trattasi fondamentalmente dei film natalizi che la coppia Boldi-De Sica ci regala da tempo immemore; il loro connubio, consacrato da anni di collaborazione e recentemente sciolto, scioglimento che ha causato il cordoglio di molti e l’indifferenza dei più, ha dato vita a questo nuovo genere, nato con l’ancestrale Vacanze di Natale del 1983.

Il termine, nato più tardi, indica più che un genere, una formula estremamente ripetitiva di trama, accompagnata dall‘onnipresenza dei protagonisti e da incassi importanti al botteghino nelle sale di tutta Italia.

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I De Laurentiis, una dinasty tra passato e futuro

Se il cinema come spettacolo supera i 110 anni, la dinastia De Laurentiis viaggia ormai verso i 70, a partire dalle prime apparizioni sullo schermo dell’allievo-attore del Centro Sperimentale di Cinematografia, Agostino, classe 1919, divenuto in seguito il producer Dino, che gli americani hanno battezzato con il nome di “the Legend“.

Di poco posteriore, nell’immediato secondo dopoguerra, la discesa in campo del fratello maggiore Luigi (1917-1992), validissima spalla da subito e poi realizzatore in proprio; e l’organico familiare è completato ben presto dal fratello minore, Alfredo (1924-1981), apprezzato organizzatore generale.

Finché spunta Aurelio, figlio di Luigi; e mentre a Hollywood opera da tempo come attiva produttrice Raffaella, figlia di Dino, a Roma è già al lavoro un Luigi nipote, figlio di Aurelio, che nei voti del clan continuerà la tradizione.

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Vittorio, Manuel e Christian De Sica: la passione si chiama cinema

Spesso e volentieri il Cinemaniaco si occupa della storia, delle opere e della vita delle grandi famiglie legate da un unico comune denominatore: il cinema. Quest’oggi non potevamo esimerci dal rendere omaggio ad una grande famiglia italiana, che ha fatto dello spettacolo, della musica e del cinema per l’appunto, la propria esistenza, la propria missione. Uno style tutto partenopeo, che porta i nomi di Vittorio, Manuel e Christian De Sica.

Vittorio De Sica, figlio di un impiegato di banca, Umberto, col quale aveva un rapporto molto bello e forte, e al quale dedicherà il suo film, Umberto D., già durante gli studi di ragioneria , ottiene un piccolo ruolo in un film muto diretto da Giancarlo Saccon, Il processo Clemenceau del 1917.

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Carlo e Enrico Vanzina: fratelli del buonumore all’italiana

Fratelli di nascita, colleghi per professione. Sono Enrico e Carlo Vanzina, soprannominati i “fratelli della commedia italiana”, figli di Stefano, noto al grande pubblico come Steno, regista impegnato in prima linea negli anni d’oro della commedia all’italiana. Enrico e Carlo possiedono grazie al padre, una involontaria memoria storica che gli permette di ricordare il grande cinema in maniera privilegiata. Per i due, riportare a galla i ricordi del passato, non è solo un piacere ma addirittura un obbligo.

Andiamo a conoscere da vicino chi sono realmente i fratelli Vanzina, partendo dal primogenito di Steno, Enrico, nato a Roma il 26 marzo 1949, ottiene il “Baccalauréat” Francese al Liceo Chateaubriand di Roma nel 1966. Si laurea in Scienze politiche a Roma nel 1970, e nel 1971 ottiene una laurea in Sociologia alla Cattolica di Roma.

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