Recensione: Vacanze di Natale 91

Saint Moritz, Natale 1991, nel lussuoso Badrutt’s Palace Hotel assistiamo alle vicissitudIni dei vari danarosi avventori, ognuno alle prese con piccoli grandi equivoci e disavventure varie. c’è la coppia di gay Mimmo (Andrea Roncato) e Rino (Nino Frassica) che affrontano una crisi nel loro rapporto dovuta alla scivolata etero di Mimmo per la bella Simona.

L’uxoricida Leopoldo (Ezio Greggio) mentre è in intimità con la seconda moglie Marta, viene disturbato dall’apparizione dell’infuriata ed ectoplasmatica prima moglie Brunilde, decisa a farla pagare al fedigrafo ed assassino ex-consorte.

Scambi di coppia e assegnazione per errore della medesima suite alla coppia milanese Nanni (Massimo Boldi) e Ingrid e ai coniugi romani Enzo (Christian De Sica) e Fernanda, mentre la bella Giuliana (Ornella Muti) in compagnia di un conte in viaggio d’affari, cerca di evitare in ogni modo di incontrare il cameriere Sabino (Alberto Sordi), suo padre, e svelare così al facoltoso accompagnatore le sue umili origini.

Vacanze di natale 91 rappresenta un punto di passaggio tra il godibili filone cinevacanziero pre-cinepanettone ed il seguente uso ed abuso del medesimo negli anni a venire. Alcune cose funzionano, la performance del bravo Nino Frassica, il sempre grande Albertone nazionale che qui collabora anche alla sceneggiatura nobilitando tutta l’operazione, alcune gag dell’accoppiata Boldi/De Sica risulatano ancora divertenti e non stantie, poi ci sono i classici difetti di questi film come una scenggiatura un pò tirata via e l’uso superficiale dei cross-over tra i vari episodi.

Producono Luigi e Aurelio De laurentiis all’apice artistico del fortunato filone vacanziero, tra gli sceneggiatori Giovanni Veronesi diventato in seguito uno degli autori più apprezzati del panorama cinematografico italiano ed il regista Oldoini.

Enrico Oldoini, come Neri Parenti ha l’esperienza e quella marcia in più che manca ai Fratelli Vanzina ed è otiimo mestierante nel senso più nobile del termine. Vacanze di natale 91 nel complesso risulta gradevole, sicuramente meno volgare del trash prodotto nell’ultimo decennio e con un cast decisamente in parte, indicato per una disimpegnata serata all’insegna della nostalgia e del buonumore.