Giovanni Veronesi: un italiano vero

Giovanni veronesi è stato, negli ultimi anni, lo sceneggiatore più prolifico del cinema italiano, virtuoso della commedia, del suo talento si sono serviti i più grandi attori comici italiani, da Francesco Nuti a Massimo Ceccherini, da Carlo Verdone a Roberto Pieraccioni, sul novanta per cento, dei copioni campioni d’incasso degli ultimi dieci anni, c’è la sua firma.

Giovanni Veronesi, classe 1962, nasce a Prato, i suoi esordi nel cinema sono in veste di attore nel film di Pupi Avati Gita scolastica (1983), poi il lungo intermezzo come co-sceneggiatore insieme a Vincenzo Cerami di alcuni dei più grandi successi di Francesco Nuti, Tutta colpa del paradiso (1985), Stregati (1987) e Caruso PasKosky di padre polacco (1988).

Tra i vari impegni come autore riesce a dirigere il suo primo lungometraggio Maramao (1987), poi darà vita ai primi cinepattoni scrivendo i copioni di Anni ’90 eVacanze di Natale ’91.

Nel 1993 dopo aver diretto Il barbiere di Rio con Diego Abatantuono,suo quarto lungometraggio, si dedica alla scrittura di grandi successi per l’amico Leonardo Pieraccioni, tra i molti citiamo  I laureati (1995), Il ciclone (1996), e Fuochi d’artificio (1997).

Massimo Ceccherini sarà il naturale passo successivo, sue le sceneggiature di Lucignolo (1999), Faccia da Picasso (2000) e La mia vita a stelle e strisce (2003), nel 1998 dirige il divertentissimo Viola bacia tutti, con un inedita Asia Argento.

Dopo due disastrosi flop. Streghe verso Nord (2001) con Teo Mammuccari e il confusionario western all’italiana Il mio West (1998), Veronesi torna al successo dirigendo la commedia giovanile Che ne sarà di noi (2004), da lì in poi premi ed incassi gli daranno non poche soddisfazioni. Tra il 2005 e il 2007 girerà i due capitoli del suo più grande successo, Manuale d’amore, piacevole sorpresa con un cast ricchissimo.

Il 23 Gennaio 2009 nelle sale italiane il suo ultimo lavoro, Italians, commedia su vizi e virtù dell’homo italicus, Veronesi firma un divertente e graffiante ritratto che colpisce nel segno e fa riflettere, sempre sulla sottile linea della commedia dei grandi registi del passato.