Sergei Dvortsevoy: vite di confine

Sergei Dvortsevoy regista kazako classe 1962, prima di dedicarsi al cinema, Dvortsevoy lavora come ingegnere aereonautico per poi nel 1990 spostarsi a Mosca, studiare regia e specializzarsi in documentari. Le sue opere d’esordio sono apprezzate a livello internazionale e premiate in numerosi festival in giro per il mondo.

Dopo l’esordio nel 1996 con il  documentario Paradise il regista riceve una nomination nel 1998 ai Joris Iven Awards durante l’Amsterdam Documentary Film Festival per il suo Bread day. L’anno successivo presenta i suoi lavori durante il Robert Flaherty Film Seminar, istituzione dedicata all’osservazione e la descrizione delle condizioni dell’umanità.

Dal 1999 al 2004 scrive e dirige i documentari Highway, vicissitudini di una famiglia circense, e In the dark, documentario che racconta le giornate di un anziano non vedente nella periferia moscovita. Dal 24 Aprile 2009 nei cinema italiani il primo lungometraggio di fiction del regista, Tulpan-la ache non c’era, tra le steppe del Kazakistan tradizioni, folklore e un amore non corrisposto per il giovane pastore Asa.