Jan Sveràk: trilogia di una vita

Jan Sveràk nasce a Zatec (Repubblica ceca) il 6 Febbraio 1965, nel curriculum del regista troviamo tracce di diversi ruoli che ha ricoperto in ambito cinematografico nel corso degli anni, da produttore a sceneggiatore, cimentandosi anche come attore in varie produzioni locali.

Sveràk inizia a studiare cinema nel 1983 presso la Prague’s film university, indirizzo video-documentari, due suoi lavori scolastici riscuotono entusiastici consensi, Vesmirna  odyssea II del 1986 e Ropaci del 1988 cortometraggio ecologista che vince negli Stati Uniti l’Oscar come miglior film studentesco.

Dopo il brillante esordio, il regista gira il suo primo lungometraggio Scuola elementare (1991), che si guadagna una nomination agli Oscar come miglior film straniero, il giovane regista stupisce per tecnica e contenuto.

Nel 1994 Sveràk gira la sua seconda opera, The ride, ancora critica entusiasta e premio come miglior fotografia al Festival di karlovy Vary, nello stesso anno gira anche uno dei film cecoslovacchi più costosi di tutti i tempi, Accumulator I, campione d’incassi in patria e vincitore del premio della critica al Festival Internazionale del Cinema di Venezia.

Nel 1996 il suo quarto lungometraggio, Kolya, vicissitudini di un ragazzino russo nella Praga degli anni ’80, polemiche sul doppiaggio italiano accusato di snaturare irreparabilmente la verve del giovanissimo protagonista, stavolta il regista fa centro, e si accaparra l’Oscar per il miglior film straniero.

Dark blue world (2002) è il film che avvicina l’autore ceco al pubblico internazionale, intenso melodramma bellico, due piloti cechi amici d’infanzia, in fuga dal proprio paese durante l’invasione nazista si rifugiano in Inghilterra dove si arruolano nella RAF e si innamorano della stessa donna.

Dal 16 Gennaio 2009 nei cinema italiani l’ultima opera di questo sensibile regista, Vuoti a rendere narra di Josef, anziano professore di letteratura, che si accorge di non amare più il proprio lavoro e decide, mandando su tutte le furie la sconcertata moglie Eliska, di dedicarsi ad aiutare e consigliare il prossimo, facendolo da un bancone di un supermercato.

Vuoti a rendere è la parte finale di una trilogia che esplora le fasi della vita, iniziata con i bambini di Scuola elementare, e proseguita con il ragazzino di Kolya, si conclude con l’anziano insegnante Josef, che decide, contro tutto e tutti di cambiare radicalmente, alla veneranda età di sessantotto anni, la propria vita.

quest’ultima opera del regista Jan sveràk, ha entusiasmato il publico ceco, diventando il maggior incasso di sempre nella storia del suo paese e vincendo il premio del pubblico e come migliore sceneggiatura al Karlovy Vary Film Festival.