Recensione: Never Back Down

Jake Tyler (Sean Faris) si è da poco trasferito ad Orlando con la sua famiglia, Margot (Leslie Hope), la madre da poco rimasta vedova e Charlie (Wyatt Smith), fratellino a cui dovrebbe dare il buon esempio, ufficialmente per dare la possibilità a Charlie di sfondare come campione di tennis, realmente perché, nell’ultima partita di football che ha disputato ha picchiato un avversario che aveva insultato la memoria del padre.

Nella nuova scuola, se inizialmente viene preso come lo sfigato di turno e calcolato solo da Max (Evan Peters), dopo, in seguito al filmato della rissa, che ha fatto il giro su youtube arrivando anche in Florida, diventa molto popolare.

Peccato, che la cosa non vada a genio a Ryan (Cam Gigandet), il ricco e famoso campione di MMA (Mixed Martial Art, una nuova arte marziale ancora non riconosciuta) che, per mantenere il primato di ragazzo più interessante dell’istituto, anche agli occhi di Baja (Amber Heard), la sua ragazza (interessata al nuovo arrivato), decide di dargli una lezione, malmemenandolo e umiliandolo ad una festa a casa sua. Preso dalla rabbia Jake decide di affidarsi al maestro Jean Roqua (Djimon Hounsou), per imparare ad indirizzare la sua forza e battere al torneo ufficiale Ryan.

Never Back Down, secondo cortometraggio di Jeff Wadlow è un prevedibilissimo action movie,che ricalca per molti aspetti lo storico Karate Kid e attinge a piene mani da Fight Club per le scene di lotta (non fosse altro che entrambi hanno alle spalle il maestro di lotta e coreografo Damon Caro), che piace ed esaurisce tutto il proprio fascino negli scontri (è stato premiato con l’MTV Movie Awards per il miglior combattimento).

La trama è talmente telefonata, che il finale lo si capisce già dal momento in cui vengono presentati tutti i protagonisti del film. Gli aspetti più interessanti, semmai, sono la sottolineatura della potenza che ha acquisito internet nella realtà quotidiana, capace di etichettarti come picchiatore o eroe nel giro di pochi minuti grazie ai video caricati su youtube e la descrizione del modello americano, dove i soldi e il machismo valgono ancora più di tutto.

Sui combattimenti, seppur siano privi di grandi novità e manchino talvolta di anima, non c’è niente da eccepire: belli, spettacolari, ma che hanno già scritto il finale. Tra l’altro, il fatto che il maestro del novello Daniel Larusso, sia il due volte nominato all’Oscar Djimon Hounsou, che ha realmente studiato arti marziali e che tutti i ragazzi siano stati preparati egregiamente al film dimostra che la preparazione del film alla base c’è e bisogna darne atto a Wadlow.

Concludendo: Never Back Down è un buon film d’intrattenimento, che non offro nulla di più di quello che vuol mostrare, ovvero combattimenti, combattimenti e combattimenti. Chi ama il genere non ne rimarrà deluso, ma non aspettatevi niente di nuovo.