Recensione: High Crimes-crimini di stato

Claire Rubik (Ashley Judd) è un’avvocatessa molto stimata, soddisfatta della propria vita professionale e del proprio matrimonio, tutto sembra funzionare al meglio, almeno fino a quando l’idilliaco quadretto si infrange con la scoperta di un terribile segreto celato nel passato del marito Tom.

Tom Rubik (James Caviziel) in realtà si chiama Ron Chapman ed ha un passato da marine, a causa di alcune indagini viene improvvisamente arrestato e incarcerato, con la terribile acccusa di strage. Rinchiuso in un penitenziario militare sarà strenuamente difeso dalla moglie che è fermamente convinta della sua innocenza.

Visto che il caso è di competenza militare Claire si rivolge ad un esperto di giusrisprudenza militare con un passato da alcolista, l’avvocato Charles W. Graimes (Morgan Freeman), i due scaveranno in profondità alla ricerca di prove inconfutabili che dimostrino l’innocenza di Chapman, ma quello che troveranno in un primo momento li getterà nella confusione e nello sconforto…

High Crimescrimini di stato, tratto dal romanzo Reati capitali di Joseph Finder, è un legal-thriller diretto da Carl Franklin, un esperto, suo anche il successivo ed interessante Out of time. La storia non brilla certo per originalità ed il ritmo, che in alcuni punti doverebbe incalzare lo spettatore tende a spegnersi nel prevedibile e nel convezionale rendendo tutta l’operazione emotivamente poco coinvolgente.

Il legal-thriller è una commistione narrativamente affascinante ma rischiosa, perchè se non supportata da una regia efficace, non riesce, come in questo caso a sfruttare al meglio un cast davvero notevole, tra cui un Morgan Freeman sempre carismatico ma non efficace come al solito ed una Ashley Judd solitamente brava ed intensa, qui evidentemente sottotono.

Il film si snoda con troppa prevedibilità tra il tribunale e l’indagine extra-giudiziaria non puntando abbastanza sul coinvolgimento emotivo dell’aula giudiziaria che ha un suo fascino e rappresenta un palcoscenico entusiasmante, basta guardare classici come Codice d’onore.

Un vero peccato, un film che dalle grosse potenzialità che vengono snaturate da una regia spenta e da una sceneggiatura senza guizzi e senza il giusto appeal, un plauso comunque al cast che rappresenta l’unico punto di forza di tutta l’operazione.