Premonition, recensione

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Linda Hanson (Sandra Bullock) è una madre e moglie premurosa che sta per affrontare una giornata come tante, saluta il marito che si appresta ad andare al lavoro, insomma tutto all’insegna della routine, se non fosse che di li a qualche ora le verrà comunicato il decesso del marito in un incidente stradale.

Le ore che seguiranno la notizia saranno di quelle che si insinuano nei ricordi come una brutto incubo da cui è impossibile svegliarsi. Lacrime, paura e tanta voglia di dormire per sempre, così alla fine della giornata il sonno prende il sopravvento nella speranza che domani tutto forse farà meno male.

Al mattino a Linda tutto sembra tranquillo, ma la donna scoprirà che il marito sepolto il giorno prima è seduto al tavolino pronto a far colazione e che quello che ha vissuto sembra essere stato solo un brutto un sogno. Invece no, il giorno dopo  il brusco risveglio avrà ancora il sapore amaro del lutto e il terrore comincerà a prendere il sopravvento.

Così l’incertezza della follia si insinua nei pensieri di Linda che comincia a dubitare della sua percezione della realtà, sarà lo shock o forse passato e futuro hanno trovato una via per condividere la realtà in una assurda settimana a base di vite alternative?

Molto intrigante questo Premonition, che coincide con l’ultima apparizione di Sandra Bullock da protagonista, seguita da una lunga pausa durata due anni e interrotta con il ritorno nella recente comedy romance Ricatto d’amore.

Il regista tedesco Mennan Yapo se la cava bene, grazie ad una sceneggiatura  intricata quanto basta riesce ad allestire una buona messinscena dove la tensione non latita, almeno per la prima parte del film, poi qualcosa si perde lungo la strada e lo script perde fisiologicamente qualche colpo.

Insomma non si può certo pretendere che la tensione resti in auge per tutto la durata del  film, il che avrebbe del miracoloso, ma perchè rovinare sempre tutto con il solito finale scontato e prevedibile?

Premonition rimane comunque un buon thriller, che anche con un finale da dimenticare, vi terrà sulla corda quel tanto che basta per raggiungere soddisfatti i titoli di coda.