Pixar: il sogno diventa realtà

E’ una parola che tutti hanno sentito al giorno d’oggi; è il nome di una delle fabbriche dei sogni più prolifiche del momento; è la Pixar! Si tratta di una compagnia che ha prodotto alcuni tra i capolavori più memorabili della storia dei film di animazione, tra cui Gli Incredibili – Una “normale” famiglia di supereroi, Cars – Motori ruggenti, Ratatouille e il recentissimo Wall-e.

Nata inizialmente come una divisione della LucasFilm del mitico George Lucas, la Pixar è stata poi acquisita dal leggendario Steve Jobs , il cui nome è legato alla nascita della Apple Computer.

Il costo? Dieci milioni di dollari nel 1986, non molto pensando al colosso che poi è diventato. Dal 2005 a questa parte è divenuta una sezione consistente del “mostro” Walt Disney Pictures, e il sodalizio perdura con notevole profitto di entrambi.

Oltre a Steve Jobs, nel team esecutivo troviamo Sarah McArthur, vice-presidente esecutivo della produzione, Simon Bax e Lois Scali. Il sodalizio Disney/Pixar suggellato da amore/odio.

I grandi successi commerciali dei lungometraggi firmati Pixar hanno portato enormi vantaggi a entrambe le aziende, e la Pixar, a un certo punto, sentendosi pronta a volare con le proprie ali, ha provato a “staccarsi” dal nido, proponendo alla Disney la sola distribuzione dei film.

Disney ha detto no, e l’epilogo della vicenda la dice lunga sul detto “vince il più forte”: Disney ha comprato Pixar nel 2006, per 7,4 miliardi di dollari. Sarebbe forse il caso di dire, “vince il più grosso“.

I lungometraggi sono tutti di alto livello. Lo stile inconfondibile dei materiali, degli oggetti, della fluidità delle animazioni, è legato alla magia presente nelle mani di sviluppatori e grafici, nonchè nella mente dei creatori delle magiche storie, che tanto affascinano il pubblico, me compreso.

Per lo sviluppo, la Pixar adotta, tra gli altri, un software interno, RenderMan, utilizzabile anche come plugin dei più diffusi programmi di grafica 3D, e con il quale è stata data la vita ai personaggi di A Bug’s Life – Megaminimondo, Toy Story 1 e 2, Monsters & Co.e Alla ricerca di Nemo.

Indimenticabili i cortometraggi, posti come introduzione dei lungometraggi: difficile infatti non citare il maldestro protagonista di Stu – Anche un alieno può sbagliare, impegnato in un esame per alieni che prevede una prova di rapimento di un essere umano, o l’ironica morale di L’agnello rimbalzello.

Non è solo la tecnica a fare la magia. L’atmosfera ironica, divertente, e allo stesso tempo profonda dei lungometraggi rende questi appetibili praticamente per chiunque. La cosa che mi ha sempre colpito è il fatto che le opere Pixar si possono leggere a più livelli di profondità, da quello più superficiale e visivo, a quello più profondo e metaforico.

Si tratta di una qualità a mio avviso impagabile, che non solo rende da un punto di vista commerciale, ma aumenta il valore artistico di ogni singola opera.