Per qualche dollaro in più: recensione

locandina2Il misterioso pistolero soprannominato il monco (Clint Eastwood) è un famigerato cacciatore di taglie che sceglie le sue prede tra i criminali più pericolosi e quindi più quotati, suo rivale e collega il colonnello Douglas Mortimer (Lee Van Cleef), entrambi hanno messo gli occhi sull’evaso El Indio (Gian Maria Volontè) capo di una banda di pericolosi desperados.

Mentre il monco punta alla taglia di diecimila dollari sulla testa dell’indio, il colonnello sembra avere un conto in sospeso con l’evaso. Nel frattempo l’nespugnabile banca di El Paso è presa di mira dall’indio e la sua banda che stanno organizzando una colossale rapina.

Dopo un duello per scoprire chi è il pistolero più abile, i due caccitorii di taglie diventano soci e al monco spetta l’ingrato compito di infiltrarsi tra le fila dei desperados per tenerli d’occhio.

Il monco s’infiltra con successo e la rapina va a buon fine, i due soci tentano in seguito di fregare l’Indio che capita l’intenzione dei due li fa pestare a sangue, ma non li uccide perchè prima della cattura i due hanno nascosto il bottino della rapina.

L’indio si allea con il fido El Nino (Mario Brega), tradisce la propria banda per despistare i Rangers che sono sulle sue tracce e costringe il monco ed il colonnello a rivelare il posto dove hanno nascosto il bottino, ma un membro della banda sfugge alla cattura e in cerca di vendetta uccide El Nino.

Nel duello finale tra il colonnello e l’indio scopriremo quale sono le vere motivazioni del cacciatore di taglie e perchè vuole l’indio morto, naturalmente a coprirgli le spalle il monco con fucile d’ordinanza…

Sergio Leone gira il secondo capitolo dell’ideale trilogia del dollaro, iniziata nel 1964 con Per un pugno di dollari e conclusasi nel 1966 con Il buono, Il brutto,Il cattivo. Una memorabile coppia d’attori recita insieme in questo splendido western di frontiera polveroso e desperado.

Lee Van Vleef e Clint Eastwood sguardi a fessura e faccia da western trasformano per qualche dollaro in più un cult e Leone aumenta gli intrecci narrativi e lo spessore dei suoi personaggi che culmineranno la loro crescita nello strepitoso Il buono, Il brutto, Il cattivo.

Assolutamente da non perdere, imitatissimo e al contempo inimitabile il cinema di Leone rimane marchiato a fuoco nella memoria di ogni cinefilo e nell’immaginario colettivo di milioni di spettatori.