Giù la testa, recensione

John Mallory (James Coburn) e  Juan Miranda (Rod Steiger), un’accoppiata davvero esplosiva visto che il primo è un irlandese esperto in esplosivi e il secondo è uso, con l’aiuto della sua famiglia darsi al brigantaggio nell’assolato Messico in odor di rivoluzione.

L’incontro tra i due farà si che Miranda proponga allo straniero un audace colpo in una banca, solo l’abilità con gli esplosivi di Mallory potrebbe infatti minare, nel vero senso della parola l’inpenetrabilità di un caveau che per il peone messicano rappresenta una sorta di irraggiungibile Santo Graal.

Mallory però ha altri progetti, infatti sembra che sia stato ingaggiato dal proprietario di una miniera, Miranda è disposto a tutto anche ad uccidere per avere Mallory nella squadra, quindi architetta un piano per una repentina dipartita del datore di lavoro di Mallory costringendo quest’ultimo suo malgrado ad unirsi alla banda, per poi alla prima occasione darsela a gambe.

Miranda non ha però nessuna intenzione di rinunciare al suo piano, ma una volta giunto in città reincontrerà John che nel frattempo si è unito ad un gruppo di rivoluzionari, pronti ad attuare una serie di diversivi per supportare Pancho Villa ed Emiliano Zapata nel loro imminente attacco.

Juan verrà così convinto da Mallory, peraltro senza troppa fatica, a partecipare agli attacchi, uno dei quali guardacaso si terrà proprio contro la banca presa di mira da Juan, banca che però una volta espugnata rivelerà prigionieri riconoscenti invece che moneta sonante.

Juan diventerà così suo malgrado uno dei tanti eroi della rivoluzione, acclamato dal popolo, ma nel proseguo della storia fianco a fianco del suo amico Mallory scoprirà sulla sua pelle quanto sia alto il prezzo da pagare per la conquista della libertà.

Il regista Sergio Leone sforna il secondo capitolo di un’altra ideale trilogia dopo quella del Dollaro, che stavolta focalizza i racconti all’interno di epopee storiche ben definite che partendo dalla frontiera americana con C’era una volta il west, transitando per la Rivoluzione messicana proprio con Giù la testa, culmineranno nel capolavoro del regista romano C’era una volta in America in cui esplorerà, concludendo il suo viaggio nell’epica americana, il gangster-movie dall’epoca del Proibizionismo fino agli anni sessanta.

Giù la testa contiene tutti gli elementi che hanno fatto la fortuna del genere e trasformato i film di Leone in cult, come la sottile e sorniona ironia sempre in superficie a ricordarci che nei suoi film si fa cinema e non storia, lasciando che violenza, cinismo e carisma che da sempre hanno delineato i picareschi protagonisti dei suoi film siano di grande e assoluta fuibilità, finendo sempre e comunque per appartenere in toto allo spettatore pagante.

Note di produzione: oltre all’immancabile e ancora una volta memorabile colonna sonora di Ennio Morricone nel film compaiono anche gli italiani Romolo Valli che quello stesso anno reciterà con Adriano Celentano in Er più-Storia d’amore e di coltello e Franco Graziosi che l’anno dopo girerà Los amigos altro western made in Italy diretto da Paolo Cavara.