Recensione: La coniglietta di casa

Shelley Darlingson (Anna Faris) è una orfanella che viene presa a sedici anni nella Mansion Huose di Hugh Hefner, come coniglietta. La ragazza, che sogna di essere la Playmate di una copertina di playboy, il giorno dopo il suo ventisettesimo compleanno viene buttata fuori apparentemente dallo stesso Hef.

Senza una famiglia e una meta da raggiungere, Shelley decide casualmente di diventare direttrice di una confraternita, la scalcagnata Zeta Alpha Zeta, che ha sole sette iscritta, tutte trasandate e problematiche, che rischiano di perdere lo status di confraternita e l’alloggio, a favore delle rivali fighette Phi Lota Mu.

Shelley aiuterà le ragazze, tra cui Natalie (Emma Stone) ed Harmony (Katherine McPhee), non solo a salvare la loro associazione, ma anche ad imparare a rapportarsi con l’altro sesso. Di contro, le consorelle, le faranno capire quanto ci sia di importante oltre alla bellezza fisica e a conquistare Oliver (Colin Hanks), un bravo ragazzo, che lavora in un centro per anziani.

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EFA 2008: Gomorra Trionfa con 5 premi! Le foto della serata

Assoluto trionfo per Gomorra agli European Film Awards: il film, tratto dal celebre libro di Roberto Saviano, ha conquistato ben cinque premi, vincendo in tutte le categorie in cui era in lizza, sbaragliando la concorrenza (ha battuto ad esempio Laurent Cantet e il suo La Classe, vincitore della Palma d’Oro a Cannes o Hunger di Steve McQueen) e dando un forte segnale per la candidatura agli Oscar.

Oltre ad essere incoronato come miglior film del 2008, Gomorra è stato premiato per la regia, a Matteo Garrone, per il miglior attore protagonista a Toni Serivllo (anche per Il divo), per la miglior sceneggiatura a Roberto Saviano (che l’ha firmata con Maurizio Braucci, Ugo Chiti, Gianni Di Gregorio, Massimo Gaudioso e Matteo Garrone) e per la miglior fotografia, a Marco Onorato.

Maurizio Braucci ha detto a nome di tutti:”Speriamo che i contenuti di questo film passino al di là del cinema”.

Andiamo insieme a scoprire tutti i premi degli Oscar europei assegnati a Copenhagen ieri sera:

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Recensione: Racconto di Natale

Abel e Junon Vuillard hanno due figli, Joseph ed Elizabeth, il piccolo Joseph soffre di una rara malattia che lo costringe ad un trapianto, ma i tentativi di compatibilità tra i familiari sono fallimentari, nessuno di loro è un potenziale donatore. La coppia disperata compie un gesto d’amore estremo, mette al mondo un terzo figlio, Henri, con il solo scopo di avere un donatore compatibile, ma purtroppo anche questo ennesimo tentativo fallisce e Joseph muore a soli sette anni.

Passano gli anni, nasce un quarto figlio, Ivan, il trauma della perdita sembra essere stato metabolizzato, ma cosi non è, la scoperta di Junon di avere la stessa malattia del figlio deceduto, espone la famiglia a nuove e dolorose scelte. Ci sono due possibilita’ per Junon, una è che il donatore possa essere il figlio Henri, con il quale purtroppo i rapporti sono estremamente difficili, o  in alternativa l’irrequieto nipote Paul, figlio di Elizabeth, la quale, dopo aver aiutato il fratello Henri in un momento economico molto difficile, ha troncato completamente i rapporti con quest’ultimo. Il Natale è alle porte e una riunione di famiglia diventa l’occasione per riaprire vecchie ferite e curarne di nuove, il tutto in una sorta di grande e liberatoria catarsi dai sorprendenti risvolti.

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Tutte le manie di Alex il leone

Vorrei che Alex mi aiutasse a capire quello che vuole veramente. La colpa non è certo sua: nascere e crescere in cattività rappresenta sicuramente una condizione ch epuò andare facilmente in conflitto con quello che è, nel senso più lato possibile, lo sviluppo naturale.

Quando si parla di istinto, se ne parla spesso a sproposito: in questo caso ci riferiamo a un qualcosa che deriva da un senso profondo di appartenenza, e che ci constringe a rifelttere su alcune delle scelte che abbiamo fatto fino ad ora, magari in funzione di un qualche miglioramento futuro.

Non ci dovrebbero essere scuse per non crescere, per non andare avanti, ma, nella maggior parte dei casi, solo scelte assolutamente consapevoli, solo mascherate da false costrizioni auto costruite. Demolire la gabbia dorata in cui viviamo rappresenta per tutti un passo fondamentale, come un’iniziazione in cui il nido non viene solo abbandonato, ma distrutto, bruciato, incenerito.

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Frozen River il film rivelazione di Courtney Hunt

Il Natale si avvicina, e con esso festeggiamenti, acquisti (pochi, sembrerebbe, almeno per quest’anno), riunioni familiari che per alcuni sono la manna dal cielo e per altri torture agghiaccianti, e le altre, consuete, illuminate cose. Per altri invece si tratta di valutazioni sulla propria situazione economica, dall’esito non sempre roseo, come ci racconta questo Frozen River

Il film si svolge nei giorni prima di Natale, nei pressi di un paesino poco conosciuto situato in prossimità della riserva Mohawk situata tra New York State e il Quebec. Qui si consuma il dramma “monetario” di due donne, due madri single che vengono attratte dall’dea di poter guadagnare soldi più facilmente.

Le due donne sono l’una bianca, l’altra Mohawk, massimamente simili date le loro difficoltà, pure nella loro diversità. Sullo sfondo delle acque ghiacciate dle St. Lawrence River si svolgerà l’inizio della loro storia di contrabbando, lo svolgimento e l’epilogo.

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Il curioso caso di Benjamin Button: Natale in casa Fincher

La genesi de Il curioso caso di Benjamin Button è stata lunga e non priva di problemi, ma siamo certi che la trasposizione di questo intrigante racconto breve di Scott Fitzgerald datato 1922, non poteva capitare in mani migliori, il genio dark  di David Fincher e la bravura di Brad Pitt coadiuvati da una splendida fotografia, una scenografia dai tratti gotici e retrò e una corposa dose di effetti digitali e make-up ci caleranno in questo mondo che per alcuni tratti caratteristici ci ricorda il surreale stile visionario del fiabesco universo di Tim Burton.

La storia narra di un certo Benjamin Button, a cui la natura in combutta col destino gioca un brutto tiro, immaginate che il tempo improvvisamente scorra in senso inverso, ma non il tempo che scandisce la vita di tutti i giorni, quello che regola giorno e notte, estate e inverno, solo quel particolare orologio interno che ognuno di noi ha, quell’orologio biologico che scandisce con invisibili e costanti rintocchi lo scorrere della nostra esistenza, bene adesso fermatelo e fate scorrere le lancette al contrario.

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NBR awards 2008, tutti i premi: miglior film The Millionaire, non c’è Gomorra

Sono stati comunicati gli NBR Awards 2008, assegnati dall’antica associazione della National Board of Review of Motion Pictures (gruppo composto da studiosi di cinema, membri dell’industria, studenti e filmaker).

Tra i premiati ci sono The Millionaire di Danny Boyle, come miglior film, David Fincher come miglior regista, per Il curioso caso di Benjamin Button, Clint Eastwood come miglior attore per Gran Torino, Anne Hathaway come migliore attrice per Rachel sta per sposarsi. Niente da fare per Gomorra, completamente snobbato.

Prima di proporvi il quadro riassuntivo di tutti i premi e le classifiche, vi ricordo, che la cerimonia, condotta da Woopi Goldberg, si terrà il 14 gennaio a New York.

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Natale a Rio, trailer, locandina e galleria fotografica

Mancano solo tredici giorni all’arrivo nelle sale italiane del nuovo cinepantettone firmato da Neri Parenti, Natale a Rio. Per questo motivo oggi, dopo il salto, vi offriamo il trailer e la locandina e le foto del film.

La storia di quest’anno ambientata nella città brasiliana, ed interpretata ancora una volta da Christian De Sica, Massimo Ghini, Michelle Hunziker e Fabio De Luigi, racconta gli amori e le avventure di un gruppo di italiani in vacanza a Rio.

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Recensione: Saw V

Jigsaw (Tobin Bell) è morto: a dare l’annuncio è il dipartimento di polizia, che coglie l’occasione, in conferenza stampa di onorare i propri poliziotti morti e di complimentarsi con Mark Hoffman (Costas Mandylor), che è riuscito a salvare una bambina rapita (quella di cui si parla anche nel terzo e nel quarto capitolo della saga).

Non crede nella suo eroicismo l’agente Strahm (Scott Patterson) che, allontanato dal distretto a causa delle troppe morti avvenute durante le sue indagini, decide di scoprire la verità da solo: le sue ricerche lo portano ad individuare proprio in Hoffman il discepolo di Jigasw.

Nel frattempo, cinque individui, accumunati tutti da un comune denominatore, che devono scoprire, sono le nuove vittime dell’enigmista che, attraverso la loro sorte (unita alla storia del salvataggio della bambina), pensa di poter dare una copertura credibile al suo erede.

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Stella: curiosità di crescita

Stella è un film interessante, che grazie a Nanni Moretti e alla sua Sacher fa la sua comparsa anche nelle sale italiane. Lo abbiamo visto a Venezia, nella sezione Giornate degli Autori, e in molti abbiamo sperato di rivederlo nelle nostre sale cinematografiche.

Siamo alla fine degli anni 70, la protagonista è una bambina che si chiama, per l’appunto, Stella. A undici anni non si è proprio bambini, ma intraprendere un viaggio nel ginepraio terminologico della scelta del termine giusto per una data età mi sembra impresa ardua e, in questa sede, assolutamente inutile.

Ad ogni modo, Stella, interpretata sapientemente da Lèora Barbara, si fa strada nella sua vita e in tutti quelli che sono gli alti e i bassi che ci si parano consuetamente di fronte. La sua è un’età delicata, e nessuno dei costrutti canonici tipici della pre-adolescenza sfuggono al suo curiosare nel mondo.

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The punisher: war zone, nelle sale americane torna il vendicatore in salsa dark

Forse alcuni di voi ricorderanno il film che inaugurò la poco fortunata carriera del Punitore sul grande schermo, era il 1989 e Dolph Lundgren, post Ivan Drago tentava senza molto successo di diventare il nuovo re dell’action. Nel film intitolato Il vendicatore, ripudiato dai fan del fumetto, interpretava Frank Castle, poliziotto a cui trucidano la famiglia costringendolo ad una lunga, sanguinosa ed elaborata vendetta.

Il film fu un flop, e passarono diversi anni prima che qualcuno tentasse di rinverdire le iperviolente imprese del vendicativo poliziotto, e l’occasione fu la comics-mania che esplose qualche anno fa e permise di tirar fuori progetti in naftalina e rispolverare mantelli e tutine attillate per un epopea filmica di supereroi con superproblemi, un filone dalle infinite potenzialità.

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Cadillac Records: in America esce il film sulla mitica casa discografica che lanciò Chuck Berry

Le Biopic musicali, le biografie di grandi artisti, sono e rimangono solidi investimenti per le Majors che affrontano con disinvoltura, da anni, mostri sacri della musica, sfornando pellicole di alta qualità e molte volte in odore di Oscar. Poi c’è il musical, genere ormai lanciatissimo e da qualche anno in auge, basti pensare a successi come il barocco Moulin rouge o il nostalgico Dreamgirls, ed è da questi due generi che vogliamo attingere per descrivere questo nuovo ed ambizioso progetto della regista Darnell Martin, conosciuta più che altro per le regie di famosi serial tv (E.R., L world, Grey’s anatomy)

Cadillac Records narra l’ascesa e la caduta di una delle leggendarie etichette discografiche, la Chess Records, che negli anni ’50, lanciarono grandi nomi, come Chuck Berry e Etta James, tra soul e R&B, la pellicola miscela abilmente il musical stile Dreamgirls e la più classica biopic, aggiungendoci l’affresco di un epoca quella degli anni ’50, epoca turbolenta e artisticamente feconda, e il racconto corale, che permette ad un cast variegato di caratterizzare personaggi che hanno fatto la storia della musica americana.

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