La sconosciuta: recensione

la-locandina-di-la-sconosciuta-31542Irena (Ksenia Rappoport) , ex-prostituta proveniente dai paesi dell’Est, ha la ferma intenzione di lavorare per la famiglia Adacher, il suo desiderio e così forte che escogita un piano per intrufolarsi nella famiglia, comincia con il lavare le scale nel palazzo dove vive la famiglia, poi fa amicizia con la tata che si occupa della loro figlioletta e poi dopo un misterioso incidente in cui viene coinvolta la tata, ne prende il posto.

Irena negli ultimi anni è stata utilizzata come una fabbrica umana di neonati, messa incinta ripetutatamente al momento della nascita, i suoi bambini le venivano strappati e venduti al miglior offerente a facoltose famiglie senza figli.

La donna è assolutamente convinta che la figlia degli Adacher sia l’ultima bambina che gli è stata portata via dai suoi aguzzini, alcuni documenti che dimostrano che la bambina è stata adottata ne rafforzano la convinzione, ma la signora Adacher capirà le vere intenzioni di Irena e i suoi vecchi aguzzini la scoveranno e recuperare sua figlia diventerà molto difficile…

Tornatore si cimenta con il thriller, si perchè La sconosciuta ha proprio gli stilemi e subisce le influenze di questo genere che il regista affronta e legge a modo suo, tratteggiando un mondo fatto di disperazione, violenza e mercificazione dell’essere umano, senza tralasciare una certa tensione che fa di questo dramma al femminile un sorprendente e suggestivo thriller all’europea.

Grazie ad un grande cast, ma soprattutto alla femminea e disperante fisicità dell’attrice di origini russe Ksenia Rappaport, l’eleganza e la formalità della messinscena acquista vigore e personalità e le sequenze vengono puntualmente rinvigorite da piccoli ruoli intensi e devianti che ne connotano un’inaspettata e intrigante impronta dark.

Da segnalare in ultimo la melliflua e luciferina performance di un’inedito Michele Placido, un villain a tutto tondo, pura malvagità da paterno orco, che ci ha ricordato molto il viscido strozzino interpretato da Luca Zingaretti nell’istant-movie di Ricky Tognazzi Vite strozzate, due attori che vorremmo vedere più spesso in ruoli così estremi.