I Giannini travolti da un insolito destino: il cinema

Chi non ricorda il marinaio volgare del sud che prende a ceffoni e a calci una ricca industriale del nord, fino a farla innamorare di lui? Si, è proprio lui, Giancarlo Giannini, cui il Cinemaniaco quest’oggi, dedica all’interno della rubrica “famiglie cinematografiche”, una ricca ed accurata biografia e filmografia.

Tra i più dotati ed apprezzati attori del panorama italiano, ha alle spalle una lunga e ricca carriera, durante la quale ha saputo interpretare un’ampia gamma di personaggi, diversissimi tra loro, grazie alla sua straordinaria versatilità, che gli ha consentito di passare dal proletario al boss mafioso, dalla commedia al dramma, utilizzando con disinvoltura anche numerosissimi dialetti, meridionali e settentrionali.

Debutta a teatro a soli 18 anni con In memoria di una signora amica, di Giuseppe Patroni Griffi, accanto a Lilla Brignone. Successivamente il regista Beppe Menegatti gli affida la parte del folletto Puck in Sogno di una notte di mezza estate, di William Shakespeare. È proprio il teatro a regalargli i primi successi, soprattutto grazie al Romeo e Giulietta di Franco Zeffirelli, che entusiasma addirittura il pubblico raffinato dell’Old Vic di Londra, e con La lupa, sempre sotto la direzione di Zeffirelli, accanto ad Anna Magnani.

nel 1965 esordisce nel cinema con una parte in Fango sulla metropoli di Gino Mangini. Seguono molte altre apparizioni, ma raggiunge la popolarità soltanto nel 1965, interpretando il ruolo del protagonista nello sceneggiato televisivo David Copperfield, adattamento del romanzo omonimo di Charles Dickens, firmato da Anton Giulio Majano che lo dirigerà ancora qualche anno più tardi in E le stelle stanno a guardare (1971).

Fondamentale in quel periodo è anche l’incontro con la regista italiana, Lina Wertmüller, con la quale in futuro lavorerà più volte, che nel 1967 gli offre il suo primo ruolo da protagonista, nel musicarello Non stuzzicate la zanzara, al fianco di Rita Pavone.

Proprio dalla collaborazione con la Wertmüller, nascono alcuni dei più celebri personaggi interpretati da Giannini, grotteschi e ironici; Mimì metallurgico ferito nell’onore (1972), Tunin in Film d’amore e d’anarchia, ovvero stamattina alle 10 in Via dei Fiori nella nota casa di tolleranza (1973), il marinaio Gennarino Carunchio in Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto (1974), tutti interpretati insieme a Mariangela Melato, e Pasqualino Settebellezze (1975).

Questi ruoli gli portano il successo nazionale e internazionale e gli fanno guadagnare diversi riconoscimenti: Nastro d’Argento come miglior attore nel 1973, premio come miglior attore al Festival di Cannes del 1973, e una nomination all’Oscar come miglior attore protagonista nel 1977.

Nel corso della sua lunga carriera, Giannini ha lavorato con molti dei migliori registi del panorama italiano; tra questi figurano Luchino Visconti (L’innocente, 1976), Sergio Corbucci (Il bestione, 1974; Bello mio, bellezza mia, 1982), Mario Monicelli (Viaggio con Anita, 1979; I Picari, 1988; Il male oscuro, 1990), Dino Risi (Sessomatto, 1973 e per la televisione Vita coi figli, 1990), Alberto Lattuada (Sono stato io, 1973), Nanni Loy (Mi manda Picone, 1984, David di Donatello come miglior attore protagonista), Tinto Brass (Snack Bar Budapest, 1988), Franco Brusati (Lo zio indegno, 1989).

Tra gli altri numerosi film da lui interpretati si ricordano I divertimenti della vita privata (1990) di Cristina Comencini, Giovanni Falcone (1993) di Giuseppe Ferrara, Celluloide di Carlo Lizzani (1996, altro David di Donatello come migliore attore protagonista), La stanza dello scirocco di Maurizio Sciarra (1998, Nastro d’argento come miglior attore protagonista).

Ed ancora, La cena di Ettore Scola (1998, altro Nastro d’argento, condiviso con tutto il cast artistico maschile), Milonga (1999) di Emidio Greco, Una lunga lunga lunga notte d’amore (2001) di Luciano Emmer, Ti voglio bene Eugenio, di Francisco Josè Fernandez (2002, altro David di Donatello come migliore attore protagonista), Per sempre (2003) di Alessandro di Robilant, Piazza delle cinque lune (2003) di Renzo Martinelli, L’acqua… il fuoco (2003) di Luciano Emmer, ed Il cuore altrove (2003) di Pupi Avati.

Un Giancarlo Giannini non solo italiano ma anche estero; dopo aver lavorato con Rainer Werner Fassbinder in Lili Marleen (1980), seguirono numerose apparizioni anche nel cinema statunitense, tra cui l’episodio La vita senza Zoe, diretto da Francis Ford Coppola in New York Stories (1989), Il profumo del mosto selvatico (1995) di Alfonso Arau, Hannibal (2001) di Ridley Scott, grazie al quale vinse nuovamente il Nastro d’Argento come miglior attore non protagonista, Man on fire (2004) di Tony Scott, ed i film di 007 Casino Royale (2006) di Martin Campbell e Quantum of Solace (2008) di Marc Forster.

Tra i numerosi riconoscimenti, oltre a quelli già citati, troviamo un altro David di Donatello, vinto nel 1995 come miglior attore non protagonista in Come due coccodrilli di Giacomo Campiotti, ed una Targa d’Oro dell’Ente David di Donatello (2000). Ha ricevuto un ulteriore Nastro d’Argento come miglior doppiatore maschile nel 1994 per aver prestato la voce ad Al Pacino in Carlito’s Way di Brian De Palma.

Giannini, grande attore ma anche ottimo doppiatore. Ha prestato la voce ad attori del calibro del già citato Al Pacino , di cui è voce ufficiale, Jack Nicholson, Michael Douglas, Gérard Depardieu, Jeremy Irons, Dustin Hoffman (ne Il maratoneta), Ian McKellen (in Riccardo III), Ryan O’Neal (in Barry Lyndon) e Leonard Whiting (in Romeo e Giulietta).

Stanley Kubrick in particolare si complimentò con lui per il doppiaggio a Nicholson in Shining (1980). Giannini lo ha doppiato anche nel ruolo di Joker nel film Batman di Tim Burton.

Dei suoi quattro figli, il secondogenito Adriano, ha seguito le orme del papà, debuttando come attore nel 2001 con il film vincitore a Locarno, Alla rivoluzione sulla due cavalli, di Maurizio Sciarra.

A 18 anni inizia a lavorare come aiuto operatore in Evelina e i suoi figli, film TV diretto dalla madre, Livia Gianpalmo. Inizia a lavorare come regista, affiancando, tra gli altri, Giuseppe Tornatore in Una pura formalità, Rob Cohen in Daylight – Trappola nel tunnel, ed Anthony Minghella ne Il talento di Mr. Ripley.

Nel 2002 viene scelto da Madonna per interpretare il remake di Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto di Lina Wertmuller. In questo film, diretto da Guy Ritchie, interpreta lo stesso ruolo interpretato dal padre nel 1974. Travolti dal destino (2003) è un flop ai botteghini e riceve il Razzie Awards alla peggior coppia.

Tra i successivi film, ricordiamo: Stai con me (2001), diretto dalla madre, Le conseguenze dell’amore, diretto da Paolo Sorrentino e Una talpa al bioparco, regia di Fulvio Ottaviano, entrambi del 2004, e infine Nero bifamiliare (2007), opera prima di Federico Zampaglione.

Lavora anche in fiction TV: le miniserie Luisa Sanfelice (2004), per la regia dei fratelli Taviani, 48 ore (2005), regia di Eros Puglielli, e Amore proibito (2007), diretto da Anna Negri.

Nella sua carriera di doppiatore, si ricorda soprattutto il doppiaggio di Heath Ledger ne Il Cavaliere Oscuro (dove l’attore, al suo ultimo lavoro, interpreta Joker)

Lo ritroveremo prossimamente al cinema nell’opera prima di Claudio Giovannesi La casa sulle nuvole, prodotto da Andrea Costantini e distribuito dall’Istituto Luce. film racconta la storia di Michele e Lorenzo, due fratelli con un rapporto molto conflittuale, che per non perdere la loro casa partono per il Marocco per rintracciare il padre. Le difficoltà che incontrano durante questo viaggio alla ricerca del genitore, porterà i due ragazzi a ritrovarsi e a raggiungere una serenità sconosciuta prima.