Recensione in anteprima: Quantum of solace…molta azione poco Bond

James Bond (Daniel Craig), l’agente segreto più famoso del mondo, è ancora al servizio M (Judi Dench) per conto di sua maestà, ma è emotivamente cambiato: la voglia di vendicarsi per la morte dell’amata Vesper, lo sta accecando, portandolo ad uccidere ogni possibile fonte, che lo possa condurre alla potente organizzazione, che sta dietro all’omicidio e a qualcosa di molto più grosso.

Le ricerche, cominciate in Italia, lo conducono a Dominic White (Mathieu Amalric), un uomo potente e calcolatore, che sta collaborando con alcuni membri dell’esercito boliviano, guidati dall’esiliato generale Medrano (Joaquin Cosio) per rovesciare il regime al potere, in cambio di desertici appezzamenti di terra.

Durante la planetaria caccia all’uomo (dall’Italia ad Haiti, dall’Austria al Sudamerica), la storia di Bond si intreccia con quella di Camille (Olga Kurylenko), una giovane ragazza, che vuole vendicarsi del generale Medrano, reo di avergli sterminato la famiglia.

Quantum of solace è un thriller d’azione a sfondo spionistico, diretto da Marc Forster, che continua la saga dell’agente 007, seppur sia, rispetto ai classici, più azione e meno Bond: fuori i bizzarri gadget creati dai laboratori del MI6 e la maggior parte delle frasi brillanti usate dall’affascinante agente in passato, dentro inseguimenti di tutti i tipi (a piedi, in auto, in barca e pure in aereo) e tanta adrenalina.

A livello tecnico del film non si può parlar male. Sin dalla splendida ed esplicativa sigla, che segue ad un velocissimo e impressionante inseguimento in macchina, si capisce con quale cura sia stata realizzata la pellicola: ogni immagine è ricca di particolari (alcuni molto tecnologici), bella a vedersi, moderna; ogni scena è armoniosa, ritmata, ben costruita; le didascalie sono adattate ad ogni luogo, sia nel carattere, che nella posizione all’interno della scena; la colonna sonora, mai invasiva, è studiata per accompagnare l’andamento del film e non per colmare le lacune della trama.

L’unico e pesante neo del film, premesso che il rinnovamento della figura di James Bond possa piacere e non piacere, è proprio la trama: il soggetto è intelligente e forte (non vi voglio svelare nulla per rovinarvi il colpo di scena, che già dopo metà film potete supporre), ma viene soltanto abbozzato, per lasciar spazio all’azione e, se il cattivo di turno è veramente ben concepito, oltre a lui, a James Bond, alla Bond Girl e alla inossidabile M., non esiste nessuno che abbia uno spessore degno di nota: sono tutti carne da macello, compreso il nostro Giancarlo Giannini.

Le lacune della trama si vedono, poi, nel finale tanto spettacolare, quanto deludente e nell’inserimento di un secondo finale, che completi la storia di Bond iniziata in Casino Royale, di cui il film è debitore dall’inizio alla fine (chi non ha visto il primo James Bond di Daniel Craig certi passaggi non potrà capirli).

Concludendo: se scindiamo il film dall’immagine classica che ci siamo fatti dell’agente 007 interpretato da Sean Connery o da Pierce Brosnan, Quantum of solace è un piacevole film d’azione ben orchestrato, che non delude lo spettatore, ma se non apprezziamo la modernizzazione del personaggio (più muscolare e meno “splendido”), la storia e il suo protagonista lasceranno tanto amaro in bocca.