Hatchet 2, recensione in anteprima

Dopo essere sfuggita per l’ennesima volta a Victor Crowley (Kane Hodder) Marybeth (Danielle Harris) viene ripescata dalla palude dal cacciatore di alligatori Jack Cracker (John Carl Buechler) che la porta nella sua baracca dove le presta soccorso sino a quando non scopre che è braccata da Crowley, quindi spaventato la costringe ad abbandonare l’abitazione consigliandogli di rivolgersi al reverendo Zombie (Tony Todd) per sapere la verità sulle origini della maledizione della palude.

Una volta tornata in città Marybeth incontra il reverendo Zombie che sembra piuttosto titubante nel raccontargli tutta la storia, ma alla fine vuotato il sacco Zombie decide di aiutare la ragazza a vendicare la morte della sua famiglia organizzando una vera e propria battuta di caccia al mostro offrendo una sostanziosa ricompensa a chi si unirà alla sua spedizione.

Reclutato il manipolo si sprovveduti e approdati nel territorio di caccia di Crowley, i cacciatori diventeranno in men che non si dica prede e il deforme fantasma della palude avrà un’altra serie di giocattoli con cui gingillarsi tra arti strappati e decapitazioni.

In attesa che il prossimo 25 marzo approdi nella sale il nuovo film di Adam Green, il thriller sottozero Frozen, abbiamo dato un’occhiata a questo sequel se possibile ancor più efferato ed estremo del suo predecessore, ma per certi versi anche più convenzionale con la sua doverosa serie di spiegoni formato flashback che costellano la pellicola dilatandone inevitabilmente ritmi e tempi e amplificando di contro una certa mancanza di folleggiante goliardia che aveva trasformato il primo capitolo in un piccolo cult e che in questo sequel sembra purtroppo latitare.

Chiaramente l’efferato effetto sorpresa del primo film è inesorabilmente scemato come l’euforia per una sorta di catartico bagno di sangue in onore dei magnifici anni ’80 che hanno fatto la felicità di chi come noi ha goduto dell’epoca d’oro del genere con calibri come Peter Jackson, Brian Yuzna e Sam Raimi, ma siamo certi che in anche in questo sequel gli amanti dello splatter avranno pane per i loro denti, ci sono un paio di sequenze che strappano l’applauso e anche i flashback, per quanto controproducenti, sono comunque ben girati e danno al film un minimo sindacale di trama, anche se bisogna ammettere non così necessaria.

Hatchet 2 è consigliato esclusivamente agli irriducibili cultori del genere che hanno apprezzato il primo capitolo ed intendono approfondirne la storia, per tutti gli altri non c’è molto da vedere e da apprezzare, pellicole come queste rimangono film di nicchia destinate ad un target di pubblico di estimatori ben preciso e senza possibilità e intenzione alcuna di cercarne di nuovo.

Note di produzione: pur essendo stato il primo capitolo un piccolo caso con schiere di cultori e vendite in home-video per il mercato americano da record, la distribuzione di Hatchet 2 non ha avuto egual fortuna finendo per sparire in pochissimo tempo dalle sale statunitensi registrando di contro incassi davvero imbarazzanti. Nel cast di questo sequel più spazio a Tony Candyman Todd, cameo non accreditato per Emma Bell già Amy nella prima stagione del serial The Walking Dead e presto nel thriller Frozen, mentre Kane Hodder torna ad interpretare sia Victor Crowley che suoi padre Thomas.