Jason Voorhees & soci: professione Boogeyman

Certo che fare il Boogeyman è un mestieraccio, nottatacce insonni a sbirciare da piccoli armadi a muro o infilati sotto lettini angusti, impegnati a far scricchiolare il pavimento o a mostrare  un fugace squardo o solo uno spicchio d’ombra, così da poter far urlare il pargolo o la ragazza di turno con relativo accorrere dei genitori.

E poi quando vorremmo saltar fuori brandendo il nostro coltellaccio d’ordinanza ben affilato, e sfoggiare tutto il repertorio di mostruose espressioni e grugniti preparate con cura per tutta la giornata, dobbiamo per contratto sparire dal nostro amato ed oscuro nascondiglio, così che i genitori di turno possano tranquillizzare la prole mostrandogli che l’uomo nero non esiste, che non c’e nessuno nell’armadio, che nessuno è in attesa sotto il letto pronto, non appena la notte cala e luci si spengono, a strisciare fuori per divorare piccoli e teneri marmocchi o affettare con dovizia giovani e urlanti teenager.

E invece noi ci siamo eccome, silenziosi, striscianti e quando è il momento bestialmente letali, a volte proveniamo dal profondo dell’inconscio, a volte dalle pagine dei giornali o dalla mostruosa normalità del quotidiano, ma siamo reali quanto i brividi che vi procuriamo, quanto il male oscuro che rappresentiamo,  pronti a popolare i vostri sogni di incubi e di  una tonnellata di ansia ed inquietudine, ora spegnete la luce tutti a nanna, è ora di mettersi al lavoro…

Sicuramente suonerebbe più o meno così la risposta di tutti i grandi Boogeyman alla domanda, ci racconta un pò il mestiere di Uomo nero? Boogeyman è un termine generico in cui si raccolgono tutti quei personaggi dell’iconografia horror che sono la summa delle nostre paure più profonde, personaggi che a volte provengono dall’inconscio dei sogni come il Freddy Krueger di Nightmare, a volte assurgono al male assoluto diventando da psicopatici a demoni immortali come l’accoppiata da slasher-movie Michel Myers (Halloween) e Jason Voorhees (Venerdì 13), altre volte sono direttamente vomitati dall’inferno come il demone alato di Jeepers Creepers, comunque incarnano, a prescindere da maschere, cappellacci e mostruose sembianze, il rumoroso e deforme uomo nero che si aggirava  nelle camerette della nostra infanzia.

Il cinema horror ha cercato di trasporre su pellicola alcune delle paure tipiche che affliggono i bambini, trasformando la fatina dei denti del film Al calar delle tenebre, in una malvagia e sfigurata strega, la paura del buio in mostruosi esseri che si materializzano nell’oscurità in Fear the dark o cercando di riassumere tutte le paure infantili nella serie prodotta dal regista Sam Raimi Boogeyman. Nei due capitoli di questa serie in divenire è proprio la figura dell’Uomo nero, stavolta senza una connotazione fisica peculiare, bensì la somma di una serie di clichè tipici degli incubi infantili che si materializzano fino a trasformarsi in un reale e letale pericolo per gli inconsapevoli amici e parenti delle vittime designate.

Certo che a leggere i quotidiani e guardare i Tg sembra che questa categoria di mostruosi personaggi da incubo abbia deciso improvvisamente di mettersi in mostra, di uscire dagli oscuri anfratti in cui viveva, di mostrarsi al mondo reale e gridare, guardate tutti, noi ci siamo sempre stati, eravamo solo ben nascosti nel gentile vicino di casa, nel fidanzato che corteggiava la vostra migliore amica, o nel maestro di scuola così gentile e premuroso, è ora di guadagnare la luce e mostrare a tutti di che pasta siamo fatti, e visto che all’inferno si sta un pò stretti divertiamoci un pò con i nostri bambini diventati uomini, che continuano premurosamente  a nutrirci con così tanto odio e intolleranza da renderci dannatamente forti e pericolosamente reali, grazie a tutti!