The Horde-L’orda, recensione in anteprima

In un fatiscente e semi abbandonato palazzo nelle banlieu parigine, quattro poliziotti cercano di farsi giustizia da soli tentando un’irruzione in un appartamento in cui si troverebbero i responsabili della morte di un loro compagno.

L’irruzione avrà esiti disastrosi, uno dei poliziotti verrà ucciso, uno ferito gravemente e gli altri due, tra questi una donna finiranno in ostaggio dei criminali che scoperta l’identità degli assalitori penseranno ad una retata, inconsapevoli che gli agenti hanno agito in solitaria.

Purtroppo non ci sarà il tempo di scambiarsi altri violenti convenevoli visto che il gruppo si troverà ad affrontare una vera e propria invasione di zombie che circonderanno l’edificio costringendo poliziotti e criminali ad una temporanea tregua onde riuscire a portare a casa la pelle.

Mentre si cercherà una via d’uscita sicura, le notizie che giungono dall’esterno raccontano di un contagio che ha già colpito la Capitale francese e non accenna ad arrestarsi…

Dopo un incipit all’insegna del pulp, con tutti i crismi del poliziesco nichilista e iperviolento d’oltralpe che sarebbe tanto piaciuto a Tarantino, ci vorranno pochi minuti e la prima carotide dilaniata a morsi per capire dove ci vogliono portare la coppia di filmakers francesi Yannick Dahan e Benjamin Rocher, che per realizzare il loro progetto hanno raccimolato finanziamenti e ampliato un loro cortometraggio.

L’immaginario dei due cineasti è chiaramente quello dei B-movies, del poliziesco anni ’70 e dei fumetti, l’horror è senza dubbio quello splatter, pessimista ed estremo di Romero, un gustoso frullatone di cinema di genere con l’aggiunta di un pizzico di Carpenter con ammicamenti al suo Distretto 13, criminali tarantiniani e una tostissima co-protagonista femminile per non tradire la tradizione action protofemminista di ultima generazione.

Niente rassicurante e debilitante rigor mortis per i morti viventi di The Horde, i frenetici zombie francesi corrono e divorano con la stessa foga e violenza dei rabbiosi contagiati di 28 giorni dopo e dei posseduti dell’iberico REC, nulla è fuori posto e personaggi e dialoghi hanno un gradevole taglio europeo.

The Horde-L’orda piacerà agli amanti del genere, a chi cerca un survival-horror con una corposa impronta action, ma ben lontano dai compiaciuti ammiccamenti da videogame visti nel fracassone Resident evil: Afterlife, una piacevole sorpresa in un desolante panorama italiano dove il filone-zombie viene sempre più snobbato in favore del più modaiolo horror orientale.