B-cult, Dog Soldiers

Oggi per i film da riscoprire vi proponiamo un B-horror made in England, parliamo di licantropi e soldati, un bel binomio che promette quel che mantiene con un manipolo di assediati in una foresta nera degna del Cappuccetto rosso di In compagnia dei lupi, citazioni a iosa dall’ Evil Dead di Raimi al filone zombie di Romero, una spruzzatina di black-humour e tanto per gradire mutazioni ed effettacci splatter a colorare il tutto.

Dog Soldiers è uno splatter-horror del 2002 diretto da Neil Marshall, giovane promessa inglese con un background fanta-horror davvero notevole che gli ha permesso si omaggiare in questi ultimi dieci anni B-cult di notevole fattura, vedi 1997-Fuga da New York di Carpenter con Doomsday e la sua Jena Plissken in gonnella e il cannibal-horror, con le creature antropofaghe del claustrofobico The Descent.

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Legion, recensione

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In cielo si sta organizzando l’ultima incursione divina sulla terra, Dio deluso e sconcertato dalla follia e dalla violenza che scaturisce dalla anime perdute dei suoi figli, organizza una legione di angeli affinchè una volta sulla terra portino, come a suo tempo fece il diluvio universale, una purificatrice distruzione totale che mondi i peccati, ponendo fine alla razza umana.

A capeggiare la schiera di angeli legionari l’arcangelo Gabriele (Kevin Durand) che accetta di buon grado di farsi messaggero e portatore dell’ira divina sulla terra, onde spazzare via quell’essere imperfetto che ha usurpato il posto degli angeli nel cuore del Padre, così che gli angeli tornino ad essere i prediletti come è destino che sia.

Un angelo ribelle, il tormentato Michele (Paul Bettany) però non è d’accordo, crede nell’essere umano forse ancor di più del creatore stesso e arrivato sulla terra, abbandonate ali ed armatosi fino ai denti, decide di difendere l’ultima anima che potrà con la sua nascita salvare la razza umana, il figlio mai voluto che Charlie (Adrianne Palicki) cameriera in una stazione di servizio nel bel mezzo del nulla, porta in grembo.

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B-cult, Distretto 13: le brigate della morte

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Torniamo ad occuparci di John Carpenter e dei suoi primi lavori low-budget. Dopo aver terminato nel 1974 Dark Star, il regista si trova a disposizione un piccolo budget e completa libertà per realizzare il western metropolitano Distretto 13- le brigate della morte, un’ottima soluzione che permise al regista di mediare il suo desiderio di realizzare un western classico con i pochi mezzi a disposizione.

Un isolato distretto di polizia situato in una pericolosa zona di Los Angeles presidiata da gang giovanili  viene assediato da una banda di teppisti determinata a massacrarne tutti gli occupanti, per il manipolo di assediati all’orizzonte un’interminabile nottata di terrore.

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Jean-Francois Richet: biopic e crime-movie

Jean-Francois Richet nasce a Parigi il 4 Luglio 1966, l’esordio è folgorante, la sua opera prima Inner city (Eta des lieux) nel 1995, viene nominata ai Cesar, gli Oscar francesi, come miglior opera prima, il regista traspone su schermo alcune esperienze vissute e cenni autobiografici.

Nel 1997 altro successo con il drammatico Ma-6T va crack-er, critiche entusiastiche e ottimi incassi per il regista che nel 2001 replica con About love (De l’amour), l’amore e le sue conseguenze con la sensibilità ed il tocco squisitamente francese.

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