Ronal The Barbarian, recensione in anteprima

In un mondo di nerboruti e brutali guerrieri dai muscoli guizzanti il mingherlino Ronal è l’unico barbaro vivente privo di muscoli, a tal punto che anche le donne del suo vilaggio lo sovrastano fisicamente. Il problema è che sarà proprio Ronal a diventare l’unica speranza di sopravvivenza per la sua gente, quando suo malgrado dovrà imbarcarsi nella missione di salvataggio più pericolosa e ardua che sia mai stata affrontata. Incapace, quando ce n’è stato il bisogno, di mettere in allarme il suo villaggio dell’incombente attacco di un esercito di guerrieri, al soldo di un malvagio principe psicopatico che vuole dominare il mondo, Ronal ora sente il peso della colpa e sulle sue spalle prenderà l’incombenza di riportare a casa tutti i guerrieri e le guerriere del suo villaggio fatti prigionieri e trascinati via dalle loro case.

Ad assistere Ronal il barbaro in questa sua avventura ci saranno un suonatore di liuto sovrappeso, una guerriera piuttosto violenta e un elfo ambiguo che li guiderà lungo il tragitto che includerà diversi ostacoli come famelici orchi, amazzoni in crisi d’astinenza, spietati guerrieri vestiti in lattice e mostruose lucertole volanti.

Il team danese di registi esperti d’animazione Thorbjorn Christoffersen, Kresten Vestbjerg Andersen e Philip Einstein Lipski per il loro terzo lungometraggio decidono di puntare sul formato 3D e di parodiare il genere fantasy e in particolare quello del filone letterario epico/eroico che vede nel cimmero Conan il barbaro, creato dallo scrittore Robert Ervin Howard e impersonato su grande schermo dall’attore Arnold Schwarzenegger, il suo massimo rappresentante.

Il terzetto di filmmakers gettano nel divertente e divertito calderone citazionista anche la trilogia de Il signore degli anelli di Peter Jackson (la sequenza di apertura ne è un palese omaggio), qualche ammicamento al mondo dei giochi di ruolo (Dungeons & Dragons) e dei videogames (vedi il Brutal Legend per PS3), senza dimenticare il filone letterario del Sword & Sorcery che include anche diverse pellicole dalle alterne fortune come Yado, il nostrano The Barbarians e la digressione fantascientifica del Krull di Peter Yates.

Ronal the barbarian con una goliardia che ricorda il cartoon francese Asterix e con la stessa premessa dell’americano Dragon Trainer ha il medesimo intento della commedia musicale Tenacious D e il destino del rock con protagonista Jack Black, creare un’opera volutamente indirizzata ad un pubblico over 14 puntando in questo caso a contenuti e ammiccamenti a sfondo sessuale miscelandovi, come accadeva nell’antologia d’animazione Heavy Metal di Gerald Potterton, una colonna sonora con inserti hard rock e un fil rouge di riferimenti visivi all’universo della musica epic e glam metal che si sposano sorprendentemente bene con una messincena ironica, ricca di riferimenti filmici e musicali e bisogna ammettere mai troppo greve o pecoreccia, nonostante il palese intento pruriginoso dell’operazione.

Ronal the Barbarian oltre ad essere tecnicamente ineccepibile e a voler sottolinare la fumettosità dei contenuti con caratterizzazioni oltremodo cartoonizzate dei protagonisti, intrattiene senza troppa fatica e si pone come un valido prodotto alternativo al vasto filone dei cartoon in CGI, tutto peraltro indirizzato ad una platea di famiglie, che dopo aver addomesticato per bene Garfield, il massimo della trasgressione che è potuto permettere sono stati gli ambigui personaggi di Cappuccetto rosso e gli insoliti sospetti.

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Note di produzione: la colonna sonora del film, curata da Nicklas Schmidt, include un parodia della hit Bohemian Rapsody dei Queen e il singolo The Final Countdown degli Europe.