River e Joaquin Phoenix, la morte e la musica danno l’addio al cinema

Come consuetudine, o se vogliamo tradizione, il Cinemaniaco di quest’oggi dedica una pagina del proprio blog, principalmente a due dei tre attori appartenenti alla famiglia Phoenix, Joaquin e River, quest’ultimo scomparso alla tenera età di 23 anni.

Lo spirito e la volontà che ci spingono a parlare dei Phoenix, vanno ricercati in primis nella ricorrenza del quindicesimo anno dalla scomparsa di River che morì proprio la sera di Halloween, ma altresì per le ultime dichiarazioni del 27 ottobre scorso, in cui Joaquin Phoenix dichiara che lascerà il cinema per dedicarsi completamente alla carriera musicale. Ci sarà da credergli?

River Jude Phoenix, considerato dalla critica fra i più promettenti della sua generazione, tra la fine degli anni ottanta e l’inizio degli anni novanta. La carriera verrà tragicamente stroncata dalla morte prematura, avvenuta a soli ventitré anni in seguito a un’overdose di eroina e cocaina, sottoforma di speedball, nel Viper Room, locale alla moda di Johnny Depp, la notte del 31 ottobre 1993.

Il padre, John Bottom è un carpentiere di origine californiana. la madre, Arlyn Dunetz è una segretaria nata nel Bronx da genitori ebrei ortodossi. I due alla fine degli anni sessanta si uniscono alla setta dei “Bambini di Dio”, diventano missionari e iniziano a viaggiare attraverso il Sud America, per tornare negli Stati Uniti solo nel 1977. Di lì a poco cambieranno ufficialmente il cognome di famiglia in Phoenix, in riferimento all’araba fenice, l’animale mitologico che rinasce dalle proprie ceneri.

Il primogenito della coppia vede la luce a Metolius, Oregon, cinque miglia a sud di Madras. I genitori gli impongono il nome di River (fiume), ispirandosi al fiume della vita del romanzo Siddharta di Herman Hesse. Il secondo nome, Jude, deriva invece dalla canzone dei Beatles, Hey Jude. John e Arlyn avranno altri quattro figli: Rain, Joaquin, Summer e Liberty, quasi tutti poi entrati nel mondo del cinema sulla scia del fratello maggiore. Joaquin, che inizia la sua carriera con il nomignolo di “Leaf”; sarà il più affermato.

Il primo film interpretato da River Phoenix è Sopravvissuti, girato per la televisione nel 1985, nella parte del fratello di Rick (Zach Galligan). Subito dopo gira per il cinema Explorers di Joe Dante, interpretandovi Wolfgang Müller, piccolo scienziato che insieme a due compagni costruisce un’astronave per entrare in contatto con gli esseri alieni, che affascinano e ossessionano particolarmente l’amico Ben (un giovanissimo Ethan Hawke).

Nel 1986 River Phoenix rende due intense interpretazioni. Viene scelto da Peter Weir per Mosquito Coast in un ruolo, quello di Charlie, che sembra richiamare la sua stessa vicenda umana dei primi anni. Ma della carriera adolescenziale è particolarmente nota la prova resa in Stand by me – Ricordo di un’estate, del regista Rob Reiner su soggetto di Stephen King. È il ruolo di Chris Chambers, adolescente difficile, eppure con una grande maturità di fondo e potenzialità represse dalla sola cattiva fama.

Seguono due ulteriori ottime prove: Nikita – Spie senza volto di Richard Benjamin, e Vivere in fuga di Sidney Lumet, entrambi del 1988. Per la seconda pellicola River riceve la nomination all’Oscar come miglior attore non protagonista.

Successivamente la sua carriera alternerà film di modesto rilievo: Le ragazze di Jimmy di William Richert, (1988), Indiana Jones e l’ultima crociata di Steven Spielberg, (1989), Ti amerò…fino ad ammazzarti di Lawrence Kasdan, (1990).

La sua interpretazione più famosa resta quella resa in età già adulta, nel film Belli e dannati, del 1991, girato insieme all’amico Keanu Reeves. Il ruolo del prostituto drogato e narcolettico Mike Waters, gli vale la Coppa Volpi al Festival del cinema di Venezia.Il periodo successivo è però segnato dai problemi di droga che lo condurranno alla morte improvvisa nel giro di due anni.

Di quest’ultimo scampolo di carriera, River Phoenix lascia quattro pellicole: Dogfight di Nancy Savoca (1991), I signori della truffa di Phil Alden Robinson (1992), Quella cosa chiamata amore di Peter Bogdanovich (1993), il western Silent Tongue di Sam Shepard (1994, postumo), più l’incompiuto Dark blood di George Sluizer.

La tragica ed improvvisa scomparsa di River non gli permise di interpretare diversi ruoli per i quali era già stato scritturato: Malloy in Intervista col vampiro di Neil Jordan (1994), che sarà poi interpretato da Christian Slater ; Arthur Rimbaud in Poeti dall’inferno (1995) e Jim Carroll in Ritorno dal nulla (1995), entrambe le parti andranno poi a Leonardo Di Caprio e anche Il Corvo, ruolo che verrà proposto poi a Christian Slater, che rifiuta, lasciando il posto a Brandon Lee.

Rain Phoenix, sorella minore di River, è attualmente vocalist dei papercranes. Il marito Michael Tubbs ne è chitarrista, e anche le sorelle Summer e Liberty hanno lavorato con il gruppo. Altri collaboratori sono Dermot Mulroney, Libby Lavella e Flea.

Rain ha anche collaborato con i Red Hot Chili Peppers per la promozione dell’album One Hot Minute, e come corista per i R.E.M. ed Angela McCluskey.

Tra i film di maggior rilievo: A servizio ereditiera offresi (Maid to Order), regia di Amy Holden Jones (1987), Cowgirl – Il nuovo sesso (Even Cowgirls Get the Blues), regia di Gus Van Sant (1993), O come Otello, per la regia di Tim Blake Nelson (2001).

Joaquin Phoenix è il terzo di cinque figli, ed è l’unico che non porti un nome ispirato alla natura (i suoi fratelli si chiamano infatti River, Rain, Liberty e Summer). Sentendosi escluso, a quattro anni si ribellò e decise di farsi chiamare Leaf (Foglia).

Joaquin esordirà nel 1982 nella serie televisiva statunitense: Sette spose per sette fratelli, dove il fratello River è parte dei protagonisti principali. L’attore utilizzerà per i primi anni il nome di Leaf Phoenix.

Seguendo le orme dei fratelli maggiori, River e Rain, debutterà in una pellicola cinematografica nel 1986, in Space Camp, diretto da Harry Winer. Dopo un’ apparizione in Parenti amici e tanti guai (Parenthood) nel 1989, decise di abbandonare la scena, seguendo il padre, trasferitosi in Messico.

A seguito del decesso del fratello maggiore Joaquin deciderà di abbandonare ancora Hollywood, fino al 1995, quando parteciperà a: Da morire (To Die For), prova d’autore diretta da Gus Van Sant.

Le ottime recensioni della critica lo porteranno ad interpretare ruoli sempre più significativi, fino alla consacrazione mondiale nel 2000, con l’interpretazione di Commodo ne Il gladiatore, diretto da Ridley Scott, ruolo con cui riceve la prima candidatura all’Oscar.

Nel 2004 gira Hotel Rwanda, mentre nel 2005 interpreta un favoloso Johnny Cash in Quando l’amore brucia l’anima (Walk the Line), per il quale riesce a vincere un Golden Globe per la migliore interpretazione protagonista nella sezione comedy-musical, ma non riesce a vincere l’Oscar in quanto battuto da Philip Seymour Hoffman con Capote. Tra il 2007 e il 2008 sono usciti i suoi ultimi film, i drammatici Reservation Road e I padroni della notte.

Tra i numerosi premi vinti e i vari riconoscimenti, spiccano: Golden Globe per il miglior attore in un film commedia o musicale nel 2006; candidato al Premio Oscar nella categoria miglior attore non protagonista nel 2001; candidato al Premio Oscar nella categoria miglior attore protagonista nel 2006; Grammy Award al 49-esimo Annual Grammy Awards per la colonna sonora di Quando l’amore brucia l’anima.

« La ragione per cui faccio film è che odio l’ultimo lavoro fatto. Provo così a correggere i miei errori. »

Sarà così anche per la musica? Vi terremo ovviamente aggiornati.