Hotel Rwanda, recensione

Ruanda 1994, il paese africano è in fibrillazione, Hutu e Tutsi, due fazioni da sempre in conflitto sul territorio, sembrano aver raggiunto il punto di rottura e presto si scatenerà un vero e proprio massacro dettato da una inarrestabile follia genocida che porterà gli Hutu a giustiziare brutalmente oltre un milione di connazionali Tutsi.

In questa cornice in cui gli osservatori internazionali avvertono le prime avvisaglie di quello che diventerà uno dei più grandi genocidi della storia africana, non riescono ad intervenire celandosi dietro ad una neutralità che lascerà un solo uomo, il direttore d’albergo Paul Rusesabagina (Don Cheadle) da solo ad affrontare un esercito di invasati connazionali pronti a perpetrare una strage che non risparmierà neanche donne e bambini.

Rusesabagina è Hutu, sua moglie Tatiana (Sophie Okonedo) Tutsi, la coppia con figli scoprirà ben presto che l’hotel presidato dai caschi dell’ONU sembra al momento l’unico luogo sicuro, così lo raggiungeranno portando con loro un gruppo di vicini di etnia Tutsi formato da anziani, donne e bambini, Rusesabagina dovrà pagare la milizia anti-Tutsi per salvare la propria famiglia e darà tutto ciò che possiede per strappare alla morte più persone possibile.

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River e Joaquin Phoenix, la morte e la musica danno l’addio al cinema

Come consuetudine, o se vogliamo tradizione, il Cinemaniaco di quest’oggi dedica una pagina del proprio blog, principalmente a due dei tre attori appartenenti alla famiglia Phoenix, Joaquin e River, quest’ultimo scomparso alla tenera età di 23 anni.

Lo spirito e la volontà che ci spingono a parlare dei Phoenix, vanno ricercati in primis nella ricorrenza del quindicesimo anno dalla scomparsa di River che morì proprio la sera di Halloween, ma altresì per le ultime dichiarazioni del 27 ottobre scorso, in cui Joaquin Phoenix dichiara che lascerà il cinema per dedicarsi completamente alla carriera musicale. Ci sarà da credergli?

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