Recensione: Ti amerò sempre

Juliette (Kristin Scott Thomas), dopo quindici anni di prigione, scontati per un accusa di omicidio, torna in libertà e si ritrova a fare i conti con il suo passato e con un presente che sembra non appartenerle più, la sua famiglia dopo averla ripudiata per il misfatto torna nella vita dell’ex-detenuta nelle vesti  della sorella minore Léa ( Elsa Zylbernstein) che decide, malgrado qualche comprensibile resistenza del marito Luc (Serge Hazanavicius) di accoglierla in casa sua ed aiutarla a ritrovare l’equilibrio ed il tempo perduti.

La nuova vita di Juliette però sembra causarle non pochi problemi, le continue domande sulla sua condanna e sul suo gesto estremo, il cognato Luc che è visibilmente infastidito dalla sua presenza e dall’intrusione nella sua perfetta famigliola felice, solo il muro costruito intorno a sè ed il carattere indurito dal carcere e dagli eventi sembra proteggerla da un crollo che sembra ogni minuto pronto ad investirla.

Ma l’affetto della sorella e delle due nipotine sembra riportarla lentamente a contatto con la realtà che la circonda, e all’elaborazione del lutto per la morte di un padre mai dimenticato e alla consapevolezza della imminente morte della madre gravemente malata, notizie che solo in un primo momento sembravano non averla toccata in alcun modo.

Purtroppo la nuova ospite si rivelerà per la famiglia ed il microcosmo che la circonda una sorta di pericoloso innesco emotivo che stravolgerà tutto il precario, ma fino ad allora apparente, equilibrio raggiunto negli anni, e segreti inconfessabili, rabbia repressa, e risposte attese per anni daranno il via ad una sorta di catarsi liberatoria che ci racconterà finalmente molte verità fino ad allora accuratamente celate.

Philippe Claudel è un’affermato scrittore che si cimenta per la  prima volta con la regia, e lo fa in una maniera molto letteraria, si perchè la sceneggiatura scritta dallo stesso regista si snoda ed ha la tipica connotazione da romanzo, unendo un’eleganza a livello di dialoghi, e visiva aggiungiamo noi, ad una serie di eventi intelligentemente centellinati che lentamente si rivelano a noi spettatori sempre piu’ catturati da questo efficacie meccanismo narrativo emotivamente coinvolgente.

Kristin Scott Thomas è assolutamente perfetta e misurata, sia perchè la bravura di quest’attrice è cosa nota, sia perchè il suo essere fisicamente algida dona alla caratterizzazione di questa donna un’apparente freddezza e anaffettività, ma lo sguardo ed i gesti ne rivelano invece la realtà di un’anima in pena che cerca un punto di riferimento sul quale poggiare le basi di un ritorno al quotidiano.

Bello, elegante e dalla sceneggiatura perfettamente equilbrata, Ti amerò sempre è un racconto intimista dalla parte delle donne, narrato da un uomo, il che rende la complessità e lo spessore dei personaggi ancor più completa e coinvolgente.