Recensione: The International

A Berlino un agente dell’Interpol riceve da un informatore delle notizie compromettenti riguardanti una delle banche più importanti del pianeta: l’istituto di credito finanzia guerre e ogni tipo di traffico illegale.

Lo stesso agente, poco dopo muore davanti al suo collega Louis Salinger (Clive Owen), che non può fare nulla se non continuare ad indagare sui movimenti illeciti di denaro insieme al vice procuratore distrattuale Eleanor Whitman (Naomi Watts).

Nella lotta contro un nemico così potente, Salinger e la Whitman viaggeranno da Berlino a Milano, da New York a Istambul per trovare la prova principale utile ad incastrare la NBBC, ma ogni qual volta si avvicinano alla verità i loro sforzi investigativi vengono ignorati o sabotati, perché, come dice il consigliere Wilhelm Wexler (Armin Mueller-Stahl) ogni governo e ogni organizzazione ha bisogno di banche per poter operare in zone grige e nere.

The International è un thriller politico, fortemente attuale, seppur la scrittura abbia già qualche anno d’età, diretto da Tom Tykwer, che racconta una tragica verità, mescolandola ad un bel po’ di azione irreale.

Il film è gradevole, perché il soggetto è interessante, la storia è ben descritta (anche se a volte perde troppo tempo in particolari secondari) e le scene sono cupe al punto giusto, ma pecca nel ritmo, non sempre ben bilanciato: le parti di dialogo a volte sono tediose (le informazioni vengono date dagli informatori come se si stesse rivelando uno dei segreti di Fatima), quelle di azione peccano in lunghezza e realismo (ad esempio quella ambientata al Guggenheim di New York).

Anche gli attori principali non brillano nell’interpretazione: Clive Owen è monoespressivo (imbronciato dall’inizio alla fine) e Naomi Watts sembra una comprimaria aggiunta tanto per dare un tocco femminile alla pellicola (è molto meglio di lei Armin Mueller-Stahl).

Nota a margine. The International getta un bel po’ di fango sulla realtà del nostro Paese: nella parte del film ambientata a Milano il politico di Futuro Italiano (FI) Umberto Calvini, interpretato da Luca Barbareschi, è invischiato con i loschi piani della banca; la polizia risulta corrotta (manomette una delle scene del crimine), i carabinieri inetti e la copertura è la più scontata (le Nuove Brigate Rosse).

Concludendo: The International è un film dalla storia coinvolgente, mal gestita, intelligente, ma non troppo approfondita, realistica, quanto a tratti improbabile. Peccato che tra l’azione e il thriller politico il regista non abbia scelto in quale affondare il colpo e che il collante dell’investigazione non sia riuscito a rendere un buon prodotto imperdibile.