Recensione: Principe azzurro cercasi

Mia, ormai adulta, ha con il tempo preso coscienza della sua provenienza regale e dei doveri di cui si dovrà far carico quando succederà alla nonna nel difficile compito di regnare sul ridente reame di Genovia.

Malauguratamente la ragazza soffre ancora di una certa mancanza di stile, allora la nonna decide di portarla a palazzo ed insegnarle Bon Ton e tecniche di sopravvivenza da nobildonna, necessarie per affrontare il difficile ed impegnativo compito che aspetta la futura regina.

Tra una lezione di buone maniere e l’altra, Mia dovrà affrontare un rivale al trono di cui si infatuerà, lo zio di quest’ultimo, a caccia di potere, alcune imbarazzanti trappole ordite alle sue spalle, e sposare, entro trenta giorni, per aver diritto al trono un nobile rampollo che neanche conosce.

Principe azzurro cercasi è il secondo capitolo della fiaba disneyana sulla principessa Mia, nel primo film, Pretty Princess (2001) Mia Termopolis, giovane studentessa un pò imbranata. scopre di avere origini nobili e di essere destinata al trono di Genovia.

In questo secondo capitolo datato 2004, torna il cast originale, Anne Hathaway è decisamente in parte e incanta nella lenta metamorfosi regale, i suoi modi un pò goffi e quel’aria angelica ne fanno interprete perfetta per questa sorta di Cenerentola moderna.

Julie Andrews (Mary Poppins), regale nonna tra i doveri del trono e l’affetto per la ribelle nipotina ci regala un’interpretazione leggera e divertita, ed in questo film torna a cantare dopo l’operazione subita alle corde vocali, ma il doppiaggio italiano ci rompe le uova nel paniere, trasformando la performance dell’attrice in qualcos’altro.

John Rhys-Davies, protagonista della Trilogia dell’anello nei panni del combattivo nano Gimli è attore di carisma ed esperienza e ci regala un villain di classe, e mai eccessivo, il resto del cast ci offre ottime e divertenti caratterizzazioni, dalle due onnipresenti cameriere, fino alla guardia del corpo Joe, il bravissimo e rassicurante Hector Elizondo, una vera certezza.

Diretto da Garry Marshall (Pretty woman), il soggetto è basato sui personaggi di una serie di libri dell’autrice Meg Cabot, questo secondo capitolo invece è totalmente basato su una sceneggiatura originale e si allontana dalle storie dei romanzi per assumere la connotazione classica della commedia fiabesca targata Disney.

Divertente leggero e ben interpretato, prodotto per famiglie ma anche ottimo divertissement romantico per una serata all’insegna dell’evasione, in qualche frangente si eccede in zucchero, ma niente di non affrontabile, ottimo motivo per passare una serata di festa in casa Disney.

Vi lasciamo alla visione con alcune curiosità, i gioielli indossati da Anne Hathaway e Julie Andrews sono veri, durante le riprese erano controllati a vista da una guardia di sorveglianza,  tra i produttori figura la cantante Withney Houston e infine, nelle scene finali, compaiono sia il regista Garry Marshall (durante l’incoronazione) e la mamma della Hathaway (in chiesa, la prima corista).