Recensione: I,robot

Anno 2035, ormai i robot fanno parte della vita quotidiana degli abitanti di una iperfuturistica Chicago, e come accade per telefonini e televisori, si attende con ansia l’uscita del nuovo modello di robot domestico, funzionale, servizievole e pagabile in comode rate mensili. l’NS-5.

In una società in cui tutti ormai hanno accettato la convivenza con questi elettrodomestici hi-tech, il detective Spooner (Will Smith) sembra un pesce fuor d’acqua con la sua anacronistica e paranoica fobia per i robot dovuta ad un trauma subito anni prima.

Il sospetto suicidio, del genio della robotica Alfred Lanning (James Cromwell), creatore delle tre leggi della robotica su cui si basa tutta la legiferazione su questi servitori elettronici, porta Spooner a veder materializzate  le proprie paure scoprendo che il suicidio del  professore è invece un omicidio in cui sembra coinvolta l’ultima creazione di Lanning. Sonny (Alan Tudyk), robot che scoperto si dà alla fuga.

Tra le pressioni della corporazione che produce i robot ed i dubbi dell’assistente del Dottor Lanning, Susan Calvin (Bridget Moynahan), Spooner sbroglierà la complicata matassa di indizi a sua disposizione e scoprirà un complotto che di umano ha ben poco…

Io,robot è una pellicola liberamente tratta, anche troppo liberamente aggiungiamo noi, dall’omonimo capolavoro di Isaac Asimov, maestro indiscusso della sci-fi, perchè a parte le tre leggi della robotica e una flebile linea narrativa che si appoggia sul romanzo originale, questo discreto prodotto  Hollywoodiano, cerca di miscelare un pò troppi generi, mettendo troppa carne al fuoco e non approfondendo bene l’interessante rapporto uomo-macchina che è il perno del libro di Asimov.

Il pedale è spinto sull’action e su di un eccessivo uso di effetti speciali, tralasciando la parte prettamente thriller, dal finale scontatissimo e alquanto prevedibile, Will Smith è adatto alla parte, ma la sua recitazione rimane in superficie, non prendendo per nulla ad esempio lo spessore del fantastico cacciatore di androidi di Blade runner interpretato dal collega Harrison Ford.

Alex Proyas talento poco sfruttato, date un’occhiata allo stupendo e poco conosciuto Dark City, qui fa un compitino fin troppo pulito, della sua classica impronta dark non rimane nulla, tutto è iperluminoso e levigato, una patinatura estrema che non convince, perchè eccessivamente fredda ed edulcorata.

Un discreto divertissement Hi-tech, niente di più. fantascienza senza spessore, action e spettacolarità soddisfacenti, ma, a guardar bene manca il cuore.