Recensione: Il prezzo dell’immortalità

Mirco Sgarzi, classe 1982, esordisce alla regia del cortometraggio nel 2003, con Jnja. Seguono una serie di corti tra cui Sogni (2004), Bigahi (2004), Vite di po (2004), e Come Thelma e Louise (2004).

Sgarzi assume a pieno titolo la responsabilità della regia, realizzando il suo ultimo corto, Il prezzo dell’immortalità, interpretato da Davide Gemmani, Rossella D’andrea, e Pier Giorgio Schiona.

Prende spunto dalle parole di Ugo Foscolo, riguardanti la poesia soggetta a una doppia immortalità: la prima avvolge colui o colei che funge da soggetto dell’opera, mentre la seconda spetta all’autore. In questo senso, la figura del poeta, sintetizza un animo spezzato da una tragedia, che prende il sopravvento attraverso il ricordo, lasciando la sua mente ancorata ad un desiderio d’immortalità per la figlia amata.

Ai giorni nostri però le regole sono cambiate; l’immortalità non ha più lo stesso prezzo che ebbe per Foscolo. Quanto avanti può spingersi un artista per raggiungere la vita eterna?

Un’opera cupa, scura e contorta, ma di buona qualità, con una fotografia particolarmente curata da Alessio Valori; buono anche il suono ed il montaggio a cura Marco Gianstefani.