Jonathan Demme, autore de Il silenzio degli innocenti che le valse il premio Oscar nel 1992 e di Philadelphia, dopo un periodo di appannamento, ed una presenza a Venezia lo scorso anno con Jimmy Carter Man from Plains, dedicato al tour in Palestina del premio Nobel per la pace americano, sbarca al Lido con una nuova opera in concorso: Rachel getting Married, una finestra aperta sulla famiglia che fatica a comunicare ma cerca a tutti i costi di trovare un’armonia
Quando Kym (Anne Hathaway) fa ritorno nella casa della famiglia Buchmann per il matrimonio di sua sorella Rachel (Rosemarie Dewitt), porta con sé una lunga storia di crisi personali, conflitti familiari e tragedie.
I tanti amici e parenti degli sposi si ritrovano per un weekend di festeggiamenti, musica e amore, ma Kym, giovane donna che cerca di gestire una difficile riabilitazione dalla tossicodipendenza, con le sue battutine taglienti e il suo talento per le scenate esplosive, riesce a catalizzare tutte le tensioni a lungo covate all’interno della famiglia.

L’oriente furoreggia nel cinema, c’è poco da fare; ci sono tanti artisti che da anni propongono al mondo le loro opere, ma solo recentemente siamo arrivati ad apprezzare a livello macroscopico tale interessantissimo fenomeno. Dopo il Giappone, visitiamo quella città fantastica e controvera che è Hong Kong. E’ qui che hanno avuto luogo i natali di Yu Lik-wai , il 12 Agosto del 1966, chiamato a volte Nelson Yu Lik-wai o, più semplicemente, Nelson Yu. Formatosi in Belgio all’INSAS (Institut National Superieur des Arts de Spectacle), si è laureato in Cinematografia nel 1994. Ben presto è divenuto un punto fermo sia per il cinema cinese in cui è conosciuto per lo più per le sue collaborazioni con Jia Zhangke, sia per quello di Hong Kong.
A pochi giorni dall’epilogo della 65ma Mostra del Cinema di Venezia, non ci sembra prematuro tracciare un primo bilancio senz’altro positivo della rassegna tacciata da più parti di proporre fin troppe produzioni nostrane. Premesso che secondo noi non importata la provenienza di questa o quella pellicola, quanto la qualità delle stesse, riteniamo che si possa affermare senza ombra di dubbio come l’edizione di quest’anno, confermi una netta ripresa del cinema italiano.
