Insieme a Parigi, recensione

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Il donnaiolo impenitente Richard Benson (William Holden) è uno sceneggiatore di grande esperienza in procinto di realizzare uno script commissionatogli dal suo capo, il produttore  Alexander Meyerheim (Noel Coward).

Benson un tantinello egocentrico e sin troppo sicuro di se, è convinto di poter portare a termine il compito in pochissimo tempo e si riduce agli ultimi due giorni prima di metter mano al lavoro, così la scadenza incombe e Benson deve accelerare i tempi.

Così assunta un’esperta dattilografa a tempo per assisterlo nella stesura, la graziosa Gabrielle Simpson (Audrey Hepburn), i due si mettono al lavoro nella stanza d’albergo dove alloggia Benson e trascorrono il week-end a mettere su  carta la sceneggiatura ambientata a Parigi e dal titolo La ragazza che rubò la torre Eiffel.

La fantasia dello scrittore corre a briglia sciolta trasformando Gabrielle nella protagonista ideale della sua storia e se stesso nel suo spasimante, così tra fantasia e romanticismo in quel di Parigi e  schermaglie amorose nella camera d’albergo, alla fine sarà comunque l’amore a vincere su tutto.

Gradevole comedy-romance nobilitata dalla fascinosa coppia di protagonisti, la Hepburn reduce dal successo di Sciarada con un BAFTA come miglior attrice e Holden lanciato dal classico Viale del tramonto e protagonista di La vita è una cosa meravigliosa, torna sul set a due anni dall’intenso 1962 in cui girò ben tre pellicole tra cui Il Leone.

Alla regia di Insieme a Parigi il veterano Richard Quine che con Holden aveva già girato Il mondo di Suzie Wong, supportato in veste di produttore e sceneggiatore da George Axelrod, brillante autore di piece teatrali, racconti e scenaggiature, suo lo script di Colazione da Tiffany tratto da Capote, uno dei cult della Hepburn.

Note di produzione: nel film viene citato il film Colazione da Tiffany e alcune location le ritroviamo nel film Sciarada entrambe pellicole interpretate dalla Hepburn, il film è un remake della pellicola francese del 1952 Henriette di Julien Divivier. Nel film oltre a Tony Curtis cameo per Marlene Dietrich, l’allora marito della Hepburn e la voce di Frank Sinatra.