Giuseppe Tornatore e Luca Zaia botta e risposta sulla polemica dei dialetti

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E’ di questi giorni la polemica che si è innescata con la dichiarazione del ministro leghista Luca Zaia, che si auspica un maggior utlizzio dei dialetti nelle fiction. Sull’argomento qualche giorno fa era intervenuto Giuseppe Tornatore che, dalle colonne di Tv Sorrisi e Canzoni, parlando del suo prossimo film Baarìa, creato in due versioni, una italiana per il mercato nazionale, una in dialetto di Bagheria, per i cinema siculi e quelli internazionali, aveva detto (fonte Apcom):

Spero che Baarià possa riportare l’argomento del dialetto su un terreno corretto. Una cosa è riconoscere importanza ai dialetti che scompaiono, altra cosa è strumentalizzarli a fini politici come fa la Lega.

La replica del Ministro per le Politiche Agricole e Forestali non si è fatta attendere:

Andremo tutti a vedere Baaria di Tornatore e ci guarderemo bene dal chiamarlo Bagheria. Certo, non e’ la prima volta che un grande regista dimostra la fondatezza di quanto stiamo affermando in questi giorni a proposito della necessaria e dovuta riscoperta delle lingue materne. Basti ricordare ‘L’albero degli zoccoli’ di Ermanno Olmi, che trent’anni fa riscosse un grande successo in Italia e all’estero, pur senza contenere nessun riferimento all’italiano. Diciamo che questa volta, a differenza del passato, il film si propone non solo come opera cinematografica, alla quale auguriamo ogni successo, ma anche come laboratorio per un’idea, quella della valorizzazione delle lingue materne, che e’ molto piu’ che una provocazione.