Case 39, recensione

Emily Jenkins (Renée Zellweger) un’assistente sociale sovraccarica di lavoro si trova di fronte all’ennesima segnalazione di probabili violenze domestiche sembra ai danni di Lilith Sulllivan (Jodelle Ferland) una ragazzina di dieci anni, quindi parte l’iter di controllo con visita a domicilio che metterà non pochi dubbi ad Emily riguardo l’affidabilità dei genitori di Lilith.

Seguirà un secondo incontro in cui la ragazzina pur palesemente a disagio difenderà i genitori negando qualunque abuso, ma Emily non è convinta così si rivolge ad un amico poliziotto, che confidando nell’istinto della donna fa irruzione nottetempo nella casa dei Sullivan e trova la coppia di genitori intenti ad arrostire la figlioletta nel forno.

La ragazzina verrà salvata in extremis e la coppia rinchiusa in un ospedale psichiatrico in attesa di processo, mentre la piccola Lilith verrà temporaneamente affidata alle cure di Emily in attesa che l’assistenza soiciale le trovi una nuova famiglia.

Grosso errore perchè Emily ben presto scoprirà che la fragile Lilith è in realtà un piccolo demonietto incarnato, che per puro svago si diverte ad uccidere esseri umani trasformando le loro paure più nascoste in letali trappole.

Il regista tedesco Christian Alvart, questo mese è approdato nelle sale italiane il suo Pandorum-L’universo parallelo, fanta-horror prodotto dallo specialista in cinegame Paul W.S. Anderson, nel 2006 gira questo thriller-horror che vede protagonista Renèe Zellweger e una luciferina Jodelle Ferland, già baby-ectoplasma in Silent Hill.

Questa travagliata produzione canadese congelata per svariati mesi e uscita negli States solo ad ottobre 2010 arriva da noi direttamente in DVD e con al seguito una sequela di critiche negative un tantinello eccessive considerando che Case 39 è senza dubbio un film superiore a certe insulsaggini che abbiano visto transitare in sala questa estate e oltretutto rispetta appieno i clichè del filone demoniaco senza lanciarsi in nulla di memorabile, ma nobilitato da una bravissima Jodelle Ferland che si ritaglia un personaggio deliziosamente ambiguo.

Il film ha senza dubbio molti limiti che ne fanno un prodotto particolarmente adatto alla distribuzione direct-to-video, limiti dovuti anche alla eccesxsiva prevedibilità dello script che in più di un’occasione perde colpi, ma nella sua totalità il film di Alvart resta un dignitoso rappresentante del filone ragazzini da incubo, che ha visto recentemente la sua massima espressione con The Children, piccola perla horror made in England ancora inedita in Italia, che speriamo i distributori non continuino ad ignorare.

Note di produzione: nel film compare anche Bradley Cooper star in ascesa lanciato dalla comedy campione d’incassi Una notte da leoni e già visto nel remake A-Team. Lilith il nome della piccola protagonista è anche nella mitologia il nome di un demone femminile portatore di disgrazia e morte.