Beppe Fiorello e il cinema

Beppe Fiorello, in realtà si chiama Giuseppe, con un passato da fiorellino, ma per tutti è uno dei volti più noti ed apprezzati della fiction televisiva italiana.

Fratello del noto showman Rosario, Beppe Fiorello ha un passato da speaker radiofonico, a fianco di Baldini, Laurenti ed Amadeus, ed un futuro, come vedremo, da attore protagonista. Nel 1994 approda in televisione, prendendo il timone del famosissimo Karaoke di Italia Uno.

L’anno 1998 segna il debutto come attore, prima per il cinema, con un film di Marco Risi, L’ultimo capodanno, e poi per la tv, con la fiction Ultimo, diretta da Stefano Reali. Seguono per il grande schermo: I fetentoni, L’americano, Il talento di Mr Ripley, Le tre mogli e C’era un cinese in coma, diretto da Carlo Verdone.

In televisione è protagonista di fiction di grande successo: L’uomo sbagliato, di Stefano Reali, La guerra è finita, di Lodovico Gasparini, Salvo D’Acquisto, di Alberto Sironi, Il grande Torino, per la regia di Claudio Bonivento, nel quale Beppe Fiorello veste i panni del compianto campione granata Valentino Mazzola, e poi ancora, Il bambino sull’acqua di Paolo Bianchini, Il cuore nel pozzo, di Alberto Negrin, e Joe Petrosino , nella quale è un emigrante che decide di arruolarsi in polizia per combattere la mafia italo-americana.

L’amore per il cinema lo riporta sul grande schermo in Appuntamento a ora insolita, per la regia di Stefano Coletta, I galantuomini, di Edoardo Winspeare, ed il prossimo Baaria – La porta del vento, di Giuseppe Tornatore, film in produzione, che narra le vicende di tre generazioni di una famiglia di Bagheria, attraverso un secolo di storia italiana, con le Guerre Mondiali e l’avvicendarsi, sulla scena politica, di Fascismo, Comunismo, Democrazia Cristiana e Socialisti.

In una recente intervista rilasciata al settimanale “Donna Moderna”, Beppe Fiorello dichiara:

“Amo Rosario, mi ha insegnato tanto. Il merito del mio successo va soprattutto a papà Nicola, che mi ha allevato con libertà e affetto, cantandomi Modugno”.