5 appuntamenti per farla innamorare, recensione

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Genevieve Gernier (Nia Vardalos)  è un’esuberante e bella fioraia che ama la vita e ama l’amore, ma non nel senso più impegnativo del termine, secondo un’equazione tutta sua una relazione deve durare un massimo di cinque appuntamenti, affinchè si possa godere appieno della fase infatuazione/passione senza incorrere in un eventuale tradimento o nel doloroso benservito da parte del lui di turno.

In teoria la tesi portata avanti con un certo vigore da Genevieve ha una sua logica, il ptoblema però è che cerca di razionalizzare un sentimento come l’amore che dell’irrazionalità è fiero ed appassionato rappresentante, così anche per lei arriverà quello giusto, l’uomo che la farà vacillare, che incrinerà le sue certezze e che inevitabilmente rischierà di farla soffrire.

Lui è Greg Gatlin (John Corbett) un bel ristoratore, tanto imbranato da far tenerezza e decisamente sfortunato in amore, che accetta la condizione dei cinque appuntamenti pur di uscire con Genevieve, stavolta però  gli appuntamenti invece che consumati velocemente verranno dosati in tre mesi, un tempo abbastanza lungo affinchè i due comincino a pensare alla complicazioni di una relazione seria, ma con grande sorpresa di Genevieve allo scoccare del quinto incontro sarà lei, al contrario di Greg, a non voler rispettare le regole.

L’accoppiata vincente Nia Vardalos e John Corbett tornano a far coppia in un romance ad otto anni dal campione d’incassi Il mio grosso grasso martrimonio greco, Corbett nel frattempo ha esplorato vari generi tra cui anche l’horror con The messengers esordio americano dei tailandesi fratelli Pang, mentre la Vardalos, dopo una stupefacente trasformazione da brutto anatroccolo a cigno, ha provato ancora la carta della comedy-romance con il mediocre Le mie grosse grasse vacanze greche di Donald Petrie.

Per questa nuova comedy Nia Vardalos fa le cose in grande  e in parte ne paga le conseguenze, perchè oltre alla parte da co-protagonista, scrive la sceneggiatura e tanto per non farsi mancare nulla decide di cogliere l’occasione per debuttare alla regia.

Come dice il detto il troppo stroppia e il film risente inevitabilmente dell’inesperienza dell’attrice che mette in scena una regia scolastica, senza personalità e con un palese taglio televisivo da sit-com che fa sembrare il suo film un episodio di Friends.

Il personaggio della Vardalos ha un perenne sorriso stampato in viso e si aggira scialando consigli amorosi conditi con masicce dosi di zucchero, a cui si aggiunge una recitazione sopra le righe che solo in pochi momenti trova un registro gradevole, il che rende la sua performance a tratti irritante, come peraltro quella di alcuni personaggi di contorno, vedi i fiorai gay stereotipati a mò di macchietta.

Naturalmente il film ha i suoi momenti azzeccati, ma sono centellinati e non fanno altro che accentuare oltremodo la mediocrità del risultato finale. 5 appuntamenti per farla innamorare soffre di una regia inadeguata, di uno script troppo stereotipato anche per  un romance che finisce per utilizzare malamente una coppia d’attori dotati senza dubbio di un’alchimia naturale.