Space Battleship Yamato, recensione in anteprima

Nel 2199, dopo cinque anni di attacchi da parte di una razza aliena conosciuta come Gamilas, la Earth Defense Force lancia una controffensiva in prossimità di Marte, ma i Gamilas hanno la meglio sulla flotta terrestre decimandola. Sulla Terra Susumu Kodai (Takuya Kimura) nonostante il pericolo rappresentato dalle radiazioni, che hanno reso la superficie della Terra inabitabile, in cerca di rottami si imbatte in una capsula aliena che si schianta a pochi metri da lui ed irradia la zona circostante purificandola dalle radiazioni e rendendo l’aria respirabile. La capsula esaminata rivelerà un messaggio, alcuni dati tecnici e delle coordinate per il pianeta Iskandar, dove si troverebbe la soluzione all’avvelenamento della Terra che a quanto pare potrebbe essere decontaminata. Allo scopo di raggiungere Iskandar verrà scelta l’astronave da bettaglia Yamato che dotata di avanzatissima tecnologia aliena diventerà l’ultima speranza per la Terra e tutti i suoi abitanti condannati ad una fine certa.

Attendevamo con ansia di poter visionare questo adattamento live-action del classico anime anni ’70 di Leiji Matsumoto giunto in Italia negli anni ’80 con il titolo di Star Blazers, film che arriva a due anni dal lungometraggio d’animazione Space Battleship Yamato: Resurrection e che con una corposa fase di restyling ci ripropone una versione deluxe e aggiornata dell’originale. Il regista Takashi Yamazaki, all’attivo per lui l’action-fantascientifico con viaggi nel tempo Returner, si da un gran da fare per rendere l’allestimento iperdinamico e fastoso, ammiccando a serie tv di culto come Battlestar Galactica e a classici come la saga di Star Wars, senza dimenticare naturalmente di rispettare, per quanto possibile alcuni elementi distintivi che hanno fatto della space-opera di Matsumoto un classico senza tempo.

Space Battleship Yamato si dimostra senza dubbio all’altezza dell’originale e Matsumoto opta per un buon compromesso, potendo contare in questo caso su effetti speciali di altissimo profilo e su un budget davvero sostanzioso che ha superato i 20 milioni di dollari, che bisogna ammettere su schermo si vedono davvero tutti.

Note di produzione: per girare il film oltre ad un anno di riprese ci sono voluti altri nove mesi di post-produzione tra montaggio e CGI. Al suo debutto nei cinema giapponesi il film ha scalzato il blockbuster Harry Potter e i doni della morte parte 2 piazzandosi in prima posizione. La colonna sonora del film include anche il brano Love Lives scritto appositamente per il film da Steven Tyler degli Aerosmith. Alcuni dei doppiatori della serie originale appaiono come guest vocali nei panni di un robot, di due alieni e di voce narrante, quest’ultima vede coinvolto il veterano Isao Sasaki, voce storica di serie d’animazione di culto come Gatchaman, Space Robot e Gaiking.