I guerrieri, recensione

Francia, settembre 1944 durante la seconda guerra mondiale un’unità della divisione di fanteria si avvicina alla città di Nancy, quando uno dei plotoni della divisione riceve l’ordine di ritirarsi proprio mentre sono sotto attacco da parte dei tedeschi. Nel frattempo Kelly (Clint Eastwood), un ex tenente retrocesso di recente ​​e usato come capro espiatorio per un ordine di attacco errato costato la vita ad un’intera compagnia di commilitoni, cattura Dankhopf un colonnello dei servizi segreti tedeschi.

Quando Kelly interrogando il prigioniero si accorge che è in possesso di un lingotto d’oro camuffato, prova a farlo ubriacare per cercare di ottenere informazioni circa l’oro. Prima di essere ucciso dall’attacco sferrato proprio da un carroarmato tedesco,  Dankhopf ubriaco riuscirà a confessare che c’è una bottino da 14.000 lingotti d’oro del valore di oltre sedici milioni di dollari conservati in una cassetta di sicurezza nella città di Clermont, 30 miglia dietro le linee nemiche.

Kelly non intende in alcun modo eseguire gli ordini che lo vedrebbe ripiegare con il suo plotone, così decide di conivolgere i suoi commilitoni, tra cui il sergente Big Joe (Telly Savalas) nel recupero del prezioso carico d’oro, ma l’impresa sarà piuttosto ardua.

Il regista Brian G. Hutton dopo il classico Dove osano le aquile si cimenta con un’altra pellicola a sfondo bellico, stavolta all’insegna del picaresco e contaminata con il florido filone heist-movie, quello del cosidetto Colpo grosso che miscelandosi con un genere come quello dei film di guerra si trasforma in un divertente e intrigante ibrido che ha l’ulteriore fortuna di fruire di un terzetto di attori in gran forma e oltremodo carismatici, come l’inossidabile Clint Estwood già con Hutton in Dove Osano le aquile, il veterano Telly Savalas e un’istrionico Donald sutherland. Questo genere di contaminazione è stata utilizzata con ottimi risultati anche nel più recente Three Kings di David O. Russell ambientato in Iraq e con protagonisti George Clooney, Mark Wahlberg e Ice Cube, film la cui trama ricorda molto quella del classico di Hutton.

Note di produzione: il film è una co-produzione Stati Uniti/Yugoslavia, nel cast George Savalas fratello di Terry Savalas, i due tre anni dopo questo film, nel 1973 torneranno a lavorare insieme nella fortunata serie tv Kojak.