Venezia 70: l’eros è l’ingrediente segreto

Manca poco più di una settimana all’avvio della settantesima edizione della Mostra del Cinema di Venezia. Mai come quest’anno, anno molto più che significativo, l’eros rivestirà una ruolo importante.

lohan-the-canyons

A cominciare da due film molto forti in quest’ottica: “The Canyons” di Paul Schrader e “Moebius” di Kim -Ki-Duk. Tuttavia, non sono gli unici titoli a promettere emozioni. Come dimenticare, ad esempio, il documentario dedicato al re italiano Tinto Brass, “Istintobrass“?

Quest’anno, in laguna, l’eros verrà declinato in base alle sue molteplici forme. Dalle più classiche tecniche di seduzione alle tecniche uniscono sesso e violenza, fino ad arrivare a storie legate al mondo della prostituzione e a scene prettamente hard.

The Canyons

La pellicola di Paul Schrader, regista di “American Gigolò“, è un thriller erotico improntato sull’anima tormentata di Lindsay Lohan. In Rete sono già apparse alcune clip in cui l’attrice si mostra generosamente nuda. Se non bastasse la presenza della Lohan si può aggiungere la firma di Bret Easton Ellis (“American Psycho“) per la sceneggiatura, la partecipazione del dive dell’hard James Deen e le voci su una scena che vuole la Lohan in piena crisi alcolica prima di girare una scena di sesso con tre uomini.

Moebius

Si rivede il coreano Kim Ki-Duk, che con il suo “Moebius“, metterà a dura prova la resistenza degli spettatori con una scena di evirazione e una d’incesto. Dopo “Pietà”, il regista si presenta con un film altrettanto forte.

Il viaggio dell’eros a Venezia 70, tuttavia non finisce qui: occorre menzionare “Je m’appelle Hmmm“, di Agnes B., esordio alla regia per la stilista francese, improntato su una storia di incesto e redenzione che vede protagonista Ce’line, bambina di undici anni. O ancora “Eastern boys” del regista francese Robin Campillo, uno spaccato sulle vite di alcuni ragazzi dell’Est trasferitisi a Parigi, tra prostituzione e tentazioni varie. Siamo a Parigi, Gare du Nord.