The Informant, recensione

locandina-italiana-per-the-informant-130376 []Il simpatico, sovrappeso ed occhialuto Mark Whitacre (Matt Damon) è un biochimico con velleità manageriali impiegato in una grande società agroalimentare, la Archer Daniel Midland, qui viene a sapere di un accordo fraudolento che lega tutte le società, compresa la sua, che producono un additivo estratto dal mais, in un cartello per il controllo dei prezzi su scala internazionale.

Così in breve tempo il grigio Whitacre diventerà una sorta di agente segreto al servizio dell’FBI all’interno della propria azienda, L’agente Brian Shephard (Scott Bakula) lo utilizzerà come fonte ed infiltrato per registrare tutte le transazioni e gli accordi illegali che la società sistematicamente mette in atto ignorando la legge.

Sin qui tutto bene, se non fosse che proprio quando il caso sembra ormai pronto per il tribunale, Whitacre si lascia prendere la mano e comincia ad esagerare, inquinando le sue informazioni afffidabili con una serie di bugie, che si rivelano sempre più dannose e incontrollabili, e ben presto tutto il lavoro svolto rischierà di finire in fumo.

Dopo la coinvolgente biopic sul Che, Soderbergh torna alle atmosfere intriganti, leggere e un pò cialtronesche del suo Ocean’s Eleven, stavolta miscela elementi da  thriller e spy-story, non si può non notare che il film sembra una versione paradossale e surreale del cult La conversazione, e innaffia tutto con abbondanti dosi di black-comedy che trasformano questa storia vera, il film è tratto da un libro-inchiesta, in un’esilarante comedy di pregevole fattura.

Come l’ambizioso scrittore bugiardo interpretato da Richard gere in The Hoax-l’imbroglio, altra storia vera, il personaggio magistralmente caratterizzato da un sorprendente Matt Damon spassoso e sovrappeso, pensa di avere il controllo della situazione sino a che si trova sovrastato da un castello di bugie da lui stesso eretto pronto a crollargli sulla testa.

Soderbergh si rivela un’efficace commediante, la sua verve visiva è inconfondibile, e il suo talento gli permette di spaziare di genere in genere non perdendo mai una certa coerenza narrativa, coerenza che gli permette anceh di giocare con i generi e miscelare con una certa nochalance finzione e realtà come del resto, ma con meno abilità, tenta di fare il protagonista del suo film.