
1850, la California è in tumulto per l’imminente decisione sull’annettersi o no agli Stati Uniti, e proprio mentre si avvicina lo spoglio il truce bandito Jacob McGivens (Nick Chinlund) tenta di sottrarre le schede del referendum, così Zorro (Antonio Banderas) è costretto ad intervenire affinchè le votazioni pervengano al governatore e McGivens venga fermato.
Ne nasce uno spettacolare inseguimento con tanto di duello a fil di spada in cui Zorro perde accidentalmente la sua maschera lasciando per qualche istante il suo volto scoperto, sembrerebbe che nessuno abbia assistito alla scena, in realtà due agenti americani ora sanno che Zorro è Don Alejandro.
Frattanto in casa De La Vega c’è un po di maretta, il piccolo Joaquin (Adrian Alonso) è impegnato tra una marachella e l’altra a idolotrare Zorro e a criticare il padre, mentre la moglie Elena (Catherine Zeta-Jones) costringe il marito a prendere una decisione, lasciare la carriera di eroe e occuparsi della sua famiglia, o perderla per sempre.

La squadra anti-terrorismo dei G.I. Joe è in procinto di recuperare un’arma molto potente sviluppata per la NATO da un industriale, l’ambiguo McCullen (Christopher Eccleston), si tratta di un armamento a base di nanotecnologia capace di distruggere, anzi divorare, qualsiasi cosa a comando.
Se qualcuno volesse in qualche modo trovare un epigono nostrano dell’Ed Wood americano, dovrebbe dare un’occhiata ai lavori del nostro Bruno Mattei (1931-2007) conosciuto anche come Vincent Dawn, David Hunt, Stephan Oblowsky, Pierre Le Blanc e ben altri quindici pseudonimi con cui il nostro Mattei firmava delle pellicole che in molti casi sfioravano il ridicolo e in alcuni casi il vero e proprio plagio.
