G.I. Joe-La nascita dei Cobra, recensione in anteprima

GI-Joe-la-nascita-dei-Cobra-Poster-Italia_mid []La squadra anti-terrorismo dei G.I. Joe è in procinto di recuperare un’arma molto potente sviluppata per la NATO da un industriale, l’ambiguo McCullen (Christopher Eccleston), si tratta di un armamento a base di nanotecnologia capace di distruggere, anzi divorare, qualsiasi cosa a comando.

Durante il trasporto un gruppo di ipertecnologici soldati assalta la scorta nella quale insieme all’arma stanno viaggiando i due marines Duke (Channing Tatum) e Ripcord (Marlon Wayans), grandi amici e custodi del prezioso carico. Sarà una strage, gli assalitori sembrano indistruttibili e forniti di una tecnologia avanzatissima nonchè di una sorta di letale astronave.

A capo della squadra degli assalitori la bella Baronessa (Sienna Miller), che mentre sta per recuperare l’arma riconosce in Duke l’uomo che doveva sposare e di cui era innamorata, cosi la sua missione viene bruscamente interrotta anche grazie al provvidenziale intervento del team dei G.I. Joe che mette in fuga i malintezionati, Baronessa compresa.

Si scoprirà ben presto che Mccullen, ideatore dell’arma è lo stesso che voleva impossessarsene e che la tecnologia che rende i suoi soldati invincibili è il frutto di esperimenti portati avanti da una sorta di scienziato pazzo conosciuto come il dottore.

Toccherà così ai superstiti Duke e Ripcord arruolati temporaneamente nella G.I. Joe Force capitanata dal generale Hawk (Dennis Quaid) unirsi ai membri dello speciale team anti-terrorismo e sventare i piani di McCullen e del folle scienziato.

Prima di tutto bisogna fare una doverosa premessa, non sono stato un fruitore di queste vere e prorie icone ludiche, che dal 1964 hanno creato una vera mitologia evolvendosi di decennio in decennio e dando vita a un lungometraggio animato, alcune serie tv, fumetti e a quelle che oggi vengono  considerate oggetti da collezione, le action figures.

Detto questo bisogna dire che visivamente il film di Stephen Sommers (La Mummia, Van Helsing) è impressionante, effetti digitali all’ennesima potenza, basta dare un’occhiata a convulso inseguimento parigino per rendersi conto della tecnologia messa in campo.

Purtroppo il film sente forte la mancanza di uno script che doni ad ogni personaggio la giusta dimensione cinematografica e dei dialoghi almeno accettabili, a parte la splendida Baronessa interpretata da Sienna Miller la cui mise non lascia spazio ad ulteriori critiche.

Rimane forte il carisma del personaggio più amato della serie di giocattoli, il ninja Snake Eyes che guardacaso non solo è il più carismatico del gruppo mettendo in ombra anche il Capitan America di Channing Tatum, ma è praticamente muto e mascherato per l’intero film.

Questo la dice lunga sulla poca cura riservata ai personaggi che rimangono molto belli da vedere, ma inesorabilmente vuoti, su tutti la coppia Duke/Ripcord, il primo surclassato dal team di facinorosi e ipertecnologici compagni di squadra, il secondo che voleva rappresentare la parentesi comedy della pellicola lascia decisamente il tempo che trova.

Un bel giocattolone, più videogame che film questo G.I. Joe-La nascita dei Cobra che confrontato al Transformers 2 di Michel Bay perde decisamente punti, anche se come ho già premesso i più piccoli, i fan della serie di action figures ed il pubblico americano potranno sicuramente trovare qualche appeal in più, tra l’iperpatriottismo dei super-Marines e l’identificazione con i  personaggi preferiti della loro infanzia.

Prima di concludere qualche curiosità, nel film troverete Il Mr. Eko del serial televisivo Lost nei panni del G.I. Joe Heavy Duty e due volti noti dei film di Sommers, Arnold Vosloo e Brendan Fraser, il primo, il malvagio sacerdote Imhotep ne La mummia compare in qualche sequenza, Mentre Brendan Fraser compare per non più di qualche secondo nella parte di un addestratore.

Concludiamo con Il personaggio di Snake Eyes che è portato sullo schermo dall’attore e stuntman Ray Park, il guerriero Sith Darth Maul in Star Wars episodio 1-La minaccia fantasma, infatti Sommers scippa letteralmente la scena finale del film di Lucas e ce la ripropone nel finale del suo film.