Grease, recensione

Nell’estate del 1958 Sandy Ollson (Olivia Newton-John) e Danny Zuko (John Travolta) hanno un filarino, entrambi sembrano molto coinvolti, almeno fino a quando lei non è costretta a ripartire finite le vacanze estive.

Zuko inconsapevole che la bella e innamoratissima Sandy ha deciso di restare e frequentare la sua stessa scuola si vanta con il suo gruppetto di bulli, i T-birds della sua ennesima conquista estiva, idem fa Sandy che però descrive alle sue nuove compagne di scuola, le Pink Ladies uno Zuko praticamente irriconoscibile che la fa sembrare agli occhi delle navigate ragazze una povera ingenua.

Betty Rizzo (Stockard Channing) leader delle Pink Ladies non vede l’ora di vedere l’arrogante playboy della scuola di fronte alla sua fiamma estiva, così fa si che i due si incontrino e che Zuko si comporti freddamente nei confronti di Sandy, deludendo la ragazza che si trova di fronte ad un bullo in giubbotto di pelle lontano anni luce dal dolce ragazzo con cui ha trascorso l’estate e di cui si è innamorata.

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L’impero colpisce ancora e La febbre del sabato sera tra i titoli da preservare

Anche quest’anno l’archivio National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti ha rilasciato i 25 titoli che andranno a far parte della libreria delle opere cinematografiche da preservare raggiungendo così la ragguardevole cifra totale di 550 film conservati.

Dopo il salto potete consultare la lista integrale dei titoli selezionati tra cui spiccano L’aereo più pazzo del mondo con protagonista il compianto Leslie Nielsen, L’impero colpisce ancora seconda puntata della trilogia di Star Wars, l’horror L’esorcista, il memorabile Tutti gli uomini del presidente con l’accoppiata Robert Redford/Dustin Hoffman, il classico con Travolta La febbre del sabato sera e il cortometraggio del ’67 Labirinto elettronico: THX 1138 4EB, saggio conclusivo per il master universitario dell’allora studente in cinematografia George Lucas.

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10 film sul ballo

Oggi vi proponiamo una classifica ad hoc approfittando dell’uscita nelle sale di Step Up 3D, terzo capitolo di una fortunata serie che debuttò nel 2006 sotto la direzione della regista e coreografa Anne Fletcher e che lanciò l’attore Channing Tatum, visto di recente nel romance Dear John e nell’action G.I. Joe-La nascita dei Cobra e che nel 2009 ha sposato proprio la sua partner in Step Up Jenna Dewan.

Dopo il salto troverete una classifica che abbiamo stilato considerando pellicole con il ballo come elemento portante della narrazione che solitamente si accosta ad una storia d’amore o ad un sogno da realizzare in campo artistico, elemento quest’ultimo che contribuito a figliare tanti talent-show e reality di ultima generazione.

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Due nel mirino, recensione

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Rick James (Mel Gibson) sono anni che vive la vita di qualcun altro, sempre in movimento è costretto spesso a cambiare identità e residenza a causa della testimonianza che ha rilasciato incastrando per traffico di droga un agente dell’FBI corrotto, con la conseguenza di essere inserito per evidenti ragioni di sicurezza in un programma di protezione testimoni.

Destino vuole che Rick, ora meccanico incontri nella sua officina la sua ex Marianne Graves (Goldie Hawn), vivace e logorroica la bella Marianne, mollata senza una spiegazione ben quindici anni prima, beccato il fuggitivo non sente alcuna ragione e chiede immediate scuse e spiegazioni. Rick non puo certo rivelargli particolari delle sue vicissitudini legali, ne tantomeno del programma protezione testimoni, quindi cerca di liberarsene.

Purtroppo la donna non ha nessuna intenzione di lasciarlo scappare ancora e gli si piazzerà alle costole, naturalmente i due finiranno ben presto nei guai, l’ex agente che Rick ha denunciato è intenzionato a fargliela pagare cara e seguendo alcune tracce lasciate da Rick nel tentativo di comunicare con il suo contatto all’FBI riuscirà a rintracciare la coppia, che nel frattempo inizia un pellegrinaggio di città in città nel tentativo di salvare la pelle.

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La febbre del sabato sera, colonna sonora

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Oggi ci occupiamo di una colonna sonora storica, una compilation di quelle che sono parte integrante dell’immaginario cinematografico ed hanno scandito in note un’epoca e i sogni di un’intera generazione, tutta una serie di suggestioni che il regista John Badham traspone sullo schermo nelle sinuose movenze da disco dance di un giovanissimo e carismatico JohnTravolta.

La febbre del sabato sera rappresenta la colonna sonora perfetta, nessuna sbavatura, ballabile ed ascoltabile dalle suggestioni romance di How deep is your love dei Bee Gees alla coinvolgente Disco Inferno firmata The Trammps.

Dopo il salto 17 tracce da ascoltare e riascoltare per un viaggio a ritroso nel tempo difficile da dimenticare.

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Recensione: Tony Manero

Cile 1979, la sanguinosa dittatura di Pinochet ha divorato il paese, ogni voce contraria al regime viene soffocata nel sangue.

In questo disastroso quadro politico ed umano, la miseria e la fame si accompagnano al sogno americano portato in auge dal cinema statunitense, che nutre la fantasia  della popolazione ormai completamente inebetita dalla violenza e da un esercito usato come arma impropria.

In questo desolante paesaggio urbano si aggira la  figura di un ballerino veramente poco talentuoso, Raùl Peralta (Alfredo Castro), che cova una vera e propria ossessione per il film La febbre del sabato sera e lentamente si convince di essere come il protagonista, Tony Manero.

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Pablo Larrain: occhio cileno

ll materiale che Pablo Larrain ci ha messo finora a disposizione è scarso in termini di quantità, ma si intravede già un occhio di cui siamo destinati a parlare ancora in queste pagine. Larrain è nato a Santiago del Cile nel 1976.

Si diploma alle superiori, per poi buttarsi sullo studio della comunicazione audiovisiva all’UNIACC, Università di Arte Scienze e Comunicazione. Fonda in seguito Fabula, una società di produzione cinematografica e pubblicitaria.

Da cosa è costituita la produzione di Larrain? Al momento il suo nome è inscindibilmente legato alla sua opera ultima da regista, Tony Manero (2008), opera seconda, per dirla tutta, dopo Fuga (2006). E’ anche autore dello script di entrambe le opere, mentre come produttore ha dato vita a Vida me mata, La (2007).

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