Corso Salani è morto

Corso Salani

E’ morto ieri sera, colto da un malore improvviso mentre passeggiava con la moglie Margherita sul litorale di Ostia,  il quarantottenne attore e regista Corso Salani.

Salani, noto soprattutto per essere stato il protagonista de Il muro di gomma di Marco Risi nel 1991, per il grande schermo ha recitato anche in Cinecittà … Cinecittà, Nel continente nero, La fine è nota, Piano Solo.

Da qualche anno l’uomo, nato il 9 settembre del 1961 a Firenze, era tornato al suo primo amore, la regia. Tra le opere dirette ricordiamo Voci d’Europa, Corrispondenze private, Gli occhi stanchi, Occidente. Il peggio di noi e Mirna.

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Maradona la mano de Dios, recensione

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Durante una festa di fine anno, siamo nel 2000, Maradona (Marco Leonardi)  durante i festeggiamenti ha un malore, quello sarà solo il sintomo finale di una vita spesa tra talento e sregolatezza.

Una serie di flashback ci permetteranno di ripercorrere la sua ascesa, l’infanzia, il talento incredibile e coinvolgente, le grande occasioni, l’Italia, per soffermarsi sull’nevitabile crollo con la droga, i mondiali dello scandalo doping, le amicizie nel giro della malavita.

Questo viaggio a ritroso nel tempo, con tanto di riflettori puntati sui lati oscuri  del grande campione, ci mostrerà anche la sua famiglia, le sue donne e la spinta che ne ha decretato la voglia di rinascita dopo aver sfiorato ripetutamente la morte, cioè l’onnipresente amore dei suoi tifosi e ammiratori, vedremo in special modo come dopo la sua permanenza a Napoli sia stato adottato dalla città a cui ha regalato grande calcio e due scudetti, e che lo ha trasformato in un vera icona partenopea.

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Recensione in anteprima: Fortàpasc

Nel 1985 il giornalista Giancarlo Siani (Libero De Rienzo) viene assassinato con dieci colpi di pistola, un’esecuzione di stampo camorristico, che colpisce per la prima volta il mondo del giornalismo. Siani aveva solo 26 anni non era ancora un giornalista, era un praticante presso Il Mattino di Napoli, un abusivo come scherzosamente amava definirsi, ma conosceva bene il suo lavoro, era un giornalista di quelli a cui piace scavare bene ed in profondità, di quelli che più scavano e più hanno voglia di scavare, incapaci di fermarsi a riflettere sui rischi che si corrono a rimestare troppo nel torbido.

Assistiamo agli ultimi quattro mesi della sua vita, nel periodo in cui dal Vomero, il suo quartiere, quotidianamente visita il regno del boss Valentino Gionta, il famigerato quartiere di Torre Annunziata, qui Siani chiedeva, si informava, faceva domande, troppe, e si muoveva in cerca di risposte tra loschi interessi legati al dopo terremoto, interessi in cui sguazzavano politicanti corrotti e camorristi, contro i quali combattevano forze dell’ordine impotenti.

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Angela Finocchiaro: l’irresistibile leggerezza dell’essere

Angela finocchiaro rappresenta con la sua ironia mista a fragilità la combattività dell’animo femminile, l’attrice si cala in ogni suo personaggio donandogli una leggerezza e al contempo uno spessore che stupiscono. Tra tv, teatro e cinema riesce a spaziare nei generi, attraversando questi tre mondi così diversi e donandoci personaggi ed emozioni ogni volta diversi e ogni volta sorprendenti.

Angela Finocchiaro nasce a Milano il  20 Novembre 1955, durante gli anni ’70 il teatro assorbe e catalizza il suo talento, grazie alla compagnia Quelli di Grock, fondata con Maurizio Nichetti (Ladri di saponette), l’attrice mette a punto una serie di personaggi stralunati dalla forte connotazione comica e dall’impronta surreale. Quando Nichetti farà il salto dal palcoscenico al grande schermo, lei lo seguirà diventando coprotagonista di Ratataplan (1979) e Ho fatto splash (1980)

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