Mancano ormai poche ore ai verdetti, alle due cerimonie di premiazione (quella relativa ai premi speciali e collaterali e quella inerente la consegna del Marc’Aurelio d’Oro, che probabilmente andrà ad “Her” di Spike Jonze).

Mancano ormai poche ore ai verdetti, alle due cerimonie di premiazione (quella relativa ai premi speciali e collaterali e quella inerente la consegna del Marc’Aurelio d’Oro, che probabilmente andrà ad “Her” di Spike Jonze).

E’ tempo di pronostici, quando siamo ormai giunti alle battute conclusive, per ciò che riguarda l’ottava edizione del Festival del Film di Roma. Un’edizione che ci ha regalato momenti indimenticabili, quali ad esempio il red carpet di Hunger Games – La ragazza di fuoco. Il film, così come il cast, ha conquistato Roma. Ora, però, c’è da pensare al concorso. Chi lo vincerà?

Siamo giunti all’ultimo giorno di proiezione dei film in concorso per questa entusiasmante ottava edizione del Festival del film di Roma. Sono tre i film proiettati in giornata, per chiudere in bellezza una kermesse che ha dimostrato di essere più matura e avvincente. Tra le ultime pellicole in gara c’è l’italiano “Tir- Corridoio 5” di Alberto Fasulo. Il regista, già autore del documentario “Rumore bianco”, è alla sua prima opera narrativa e la presenta su un palcoscenico molto importante all’Auditorium Parco della Musica.

E’ stata una giornata veramente speciale quella vissuta ieri all’ottava edizione del Festival del Film di Roma. Una giornata di emozioni, attesa da molto. Molti lo hanno chiamato l’Hunger Games Day.

Riuscirà “Take Five”, secondo dei tre film italiani in concorso all’ottava edizione del Festival del Film di Roma a stupire positivamente critica, stampa e presenti, ‘vendicando’ la tiepida accoglienza riservata a “I corpi estranei” di Mirko Locatelli? Lo scopriremo tra poche ore, ma le premesse ci sono tutte.

Poteva e doveva essere l’anno in cui vedere un film italiano chiudere il Festival Internazionale del Film di Roma con il trionfo e dunque con il Marc’Aurelio d’Oro, ma a giudicare dall’accoglienza fredda riservata dalla kermesse al regista Mirko Locatelli e al suo “I corpi estranei“, probabilmente non sarà così.


Il regista decide di seguire due linee narrative; in una sono descritte le conseguenze che il protagonista si ritrova ad affrontare subito dopo la morte della bambina, il rapporto con i suoceri, l’attesa del processo della moglie e nell’altra, in una sorta di flusso di coscienza, è presentata la relazione tra lui e la moglie. Attraverso il colloquio che ha con lo psicologo, che dovrà decidere le sorti della moglie nel processo, impariamo a conoscere la donna e il rapporto dei due. La quotidianità di una coppia che vive con lo spettro della depressione di lei, il protagonista e il suo lavoro e la continua realizzazione della sua arte.
Giornata ricca al RomaFilmFest, ragion per cui vale la pena dare uno sguardo a trame, protagonisti e curiosità dei film in concorso. Tre sono le pellicole proiettate presso la Sala Santa Cecilia. Tutte e tre degne di nota:

Presentato come film di apertura della decima edizione di Alice nella città, la sezione autonoma e parallela del Festival Internazionale del Film di Roma, Planes è il nuovo cartone animato targato Disney ispirato all’universo dei motori ruggenti di Cars e dal quale prende ben più che un semplice spunto.
La storia è quella dell’aereo agricolo Dusty, il quale sogna ardentemente di partecipare ad una importantissima gara di giro intorno al mondo.
Ecco un’altra giornata ricchissima di appuntamenti al Festival Internazionale del Film di Roma, quando siamo ormai giunti a metà del tragitto. La ‘chicca’ del giorno è “Out of the Furnance”, il gangster-movie di Scott Cooper.

Non vanta nessuna esperienza in barca a vela, ma amava il ruolo dal momento che cambiavano completamente le condizioni di ripresa. Così, il cinema ha reso François Cluzet uno skipper. Chi ha visto il film (capolavoro) “Quasi amici”, lo aveva lasciato in sedia a rotelle con occhi tristi, soldi a palate e un badante del tutto particolare.

E’ stata una giornata particolarmente ricca al Festival di Roma. Archiviata la presenza di due star del calibro di Scarlett Johansson e Joaquin Phoenix, durane il red carpet per “Her”, oggi la capitale ha accolto presso l’Auditorium Parco della Musica opere d’autore che raccontano storie complesse e drammatiche, quali la perdita di un figlio da parte di una coppia (“Sorrow and Joy”, del regista danese Nils Malmros) nonché i cambiamenti e gli stenti della coppia nella società iraniana (“Acrid”, opera prima di Kiarash Asadizadeh). 
Quando il regista di un film è Álex de la Iglesia, ci si può e deve aspettare di tutto. Un autore, un cinefilo e un “folle” in grado di costruire delle pellicole che nel momento stesso in cui escono nelle sale sono già un fenomeno di culto.

In una Los Angeles, futuristica ed iper-tecnologica dove gli individui comunicano sempre meno e il potere dei computer è “totalitario”, incontriamo Theodore, uno scrittore di lettere su commissione, un ragazzo piuttosto solitario e fragile che trascina il suo cuore spezzato a causa del fallimento del suo matrimonio.