Rumore di fondo: immagini e poesia

Una ragazza prigioniera di se stessa, desiderio di fuga, immagini di viaggi mai intrapresi, di evasioni da prigioni senza sbarre…

Rumore di fondo è un cortometraggio di Stefano Terraglia, che a ben guardare ha tutto l’aspetto di un Aiku, quelle piccole poesie giapponesi che in soli tre versi racchiudono profondi e suggestivi significati, ma invece delle parole il regista, attraverso musica e immagini, riesce in una manciata di secondi a trasmetterci suggestioni molto intense.

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Red Room: tra sogni e delirio

Un uomo in una stanza, una luce rossa ne inonda l’angusto spazio, allucinazioni, visioni, voci e rumori indistinti, noi spettatori sbirciamo da una sorta di buco della serratura, assistiamo al lento disfacimento sensoriale dell’uomo…

Red Room è un cortometraggio diretto da Sebastiano Cantalupo per la Sing Wolf Film Italia, cromaticamente saturo, questo film tenta un approccio visivo drastico ed eccessivamente criptico che spiazza non poco chi guarda, se fin dalla frase d’esordio una voce fuoricampo ci avvisa che quello a cui stiamo per assistere è la fine di un viaggio, o forse l’inizio, il tutto rimane troppo accennato per trarne una qualunque soddisfazione.

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Tre caffè: le cinebarzellette

Un barista molto paziente, una simpatica galleria di personaggi di varia umanità che si gingillano nel locale, un cliente alquanto fastidioso che si presenta ogni sera, da solo, e con la stessa richiesta…tre caffè!

Tre caffè, divertente cortometraggio diretto da Fotosfera Lucca e interpretato da Joe Natta, è basato su una vecchia barzelletta che non starò a raccontarvi per non rovinarvi la visione, e dobbiamo sottolineare la professionalità del girato nonchè la simpatia dei protagonisti.

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Trompe noir: riflessi di paura

Una notte come tante, un vicolo, la città immersa nel silenzio, un uomo passeggia nell’oscurità, le fioche luci dei lampioni ne riflettono l’ombra sui muri, qualcuno lo aggredisce, i due lottano, ne seguiamo i frenetici movimenti attraverso i contorni riflessi sul muro, in una sorta di cupo teatrino di ombre cinesi…

Trompe Noir del quartetto Bolzani, Dell’oso, Stramigioli, Cottinelli, inizia come un vecchio noir d’altri tempi, quelli popolati da strani figuri con impermeabile e cappello, vicoli bui, night fumosi e killer ad ogni angolo di strada, l’atmosfera è  ben trasmessa, la fotografia e l’uso delle luci denotano una certa preparazione, qualche incertezza nella coreografia dei movimenti, ma tutto nel complesso sembra funzionare a dovere.

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Anima nuda: lo sguardo dell’infanzia

Una madre un pò distratta non si rende conto della deriva violenta presa dai disegni del suo bambino che evidentemente risente di un non precisato, ma negativo bombardamento mediatico.

Questa è in poche parole la trama di Anima nuda un cortometraggio privo di dialoghi, in cui la musica e una serie di fotografie e immagini estrapolate da telegiornali, reportage e documentari sulle zone di guerra, si alternano alle immagini di un bambino che, attraverso il disegno, vede il mondo che lo circonda contaminato dalle immagini di guerra e violenza che quotidianamente i telegiornali gli propinano.

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L’incarico: una nottata piena di sorprese

Un incontro, due indicazioni veloci sul bersaglio, una busta, questa è la giornata di lavoro tipica di un killer prezzolato, una volta stabilito bersaglio e ubicazione, resta da stabilire solo un ‘ultima cosa..il prezzo.

Ma come spesso succede le coincidenze e le variabili nella vita scombinano i piani, e modificano le intenzioni, e si arriva sempre ad una conclusione, che per quanto si possa pianificare tutto al dettaglio, è il caso a determinare, nel bene e nel male ,la maggior parte degli avvenimenti.

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Time: nelle pieghe del tempo

E’ una notte molto fredda e nebbiosa quella che si appresta a calare sulla casa di un uomo intento ad esaminare un vecchio orologio da taschino, squilla il telefono, è il proprietario dell’orologio, due chiacchiere veloci, si parla di un possibile valore dell’antico cimelio di famiglia, si decide per un incontro.

L’uomo si prepara, esce per raggiungere l’amico all’appuntamento, il silenzio regna  nella stanza ormai vuota, ma l’orologio sul tavolo di lavoro da fermo che era, inizia lentamente a ticchettare…

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La fine del mondo: nessun ultimatum alla Terra

Esterno, giorno, un uomo seduto in un bar, filosofeggia su vita, umanità e variabili, una cameriera incuriosita gli pone un quesito, lui risponde con aria rassegnata.

Interno, una stanza inondata di luce bianca, l’uomo parla ad un monitor, sembra fare rapporto ad una donna, è perplesso, chiede di aspettare, che forse per la Terra ci può essere ancora speranza…

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Death hour: l’ultima ora della notte

Straordinari al lavoro, è molto tardi, Giulia si appresta a tornare a casa, saluta i colleghi, monta in macchina e si avvia, è quasi l’alba, tutto sembra a posto, ma la ragazza nota una macchina che sembra pedinarla, un’occhiata allo specchietto retrovisore.

I fari dell’altra vettura improvvisamente si alzano accecandola per un istante, la macchina si avvicina minacciosa, casa non è tanto lontana, forse ce la può fare, la macchina avccelera, Giulia fa lo stesso ed inizia un lungo ed interminabile inseguimento…

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Settimo comandamento: incubi dal futuro

Un’inquietante Genova di un cupo e orwelliano futuro, il diverso come virus da debellare, una donna uccisa, un colpevole che non pagherà e due poliziotti alla ricerca di un innocente già condannato.

Settimo comandamento, diretto da Marco Bertora, vive di suggestioni cinefile infinite, si ciba di cult che hanno, a partire dal nichilista Orwell 1984, creato un vero e proprio genere, che con Arancia meccanica, passando per i più recenti Equilibrium e V per vendetta descrivono un cupo futuro creato per pochi, in cui i molti soccombono alla legge del più forte.

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Vecchio: la vendetta è servita

Una famiglia riunita intorno ad un tavolo, si parla, si prendono decisioni, un anziano da sistemare, un problema da risolvere, almeno così sembra……

Vecchio, diretto da Marco Coppola, ci racconta una storia di quotidiana normalità calcando la mano sul grottesco, dialoghi serrati e inquadrature clustrofobiche, primi piani che si perdono in una fotografia a volte eccessivamente cupa, che la scelta del bianco e nero non aiuta.

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Come un soffio nel vento: un viaggio nei ricordi

Una chitarra basta per scatenare un mare di ricordi, un viaggio a ritroso nel tempo alla ricerca di sensazioni perdute. Un Natale ed un regalo per un bambino ancora pieno di voglia di sognare, non ancora pienamente consapevole della vita.

Un soffio nel vento è un corto che utilizza musica, ritmo ed un montaggio, tipici dei videoclip musicali, nessuna recitazione, nessun monologo o voce fuoricampo è la musica a farla da padrona.

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Viaggio di un poeta: il Natale degli altri

Visto che ormai Natale è arrivato con il suo carico di buoni propositi, vogliamo segnalarvi questo cortometraggio, così per ricordarci e ricordarvi che il Natale che sta per arrivare non è solo nostro, ma di tutti, anche di quelli che magari non possono viverlo al meglio.

Viaggio di un poeta è basato su di una poesia, quindi sviluppato utilizzando la tecnica della voce fuoricampo abbinata all’uso di una colonna sonora per sottolineare suggestioni e versi.

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Giovane!: oggi ci facciamo i corti vostri…

Le tragicomiche conseguenze di un taccheggio malriuscito, così si potrebbe condensare questo cortometraggio a zero budget, dove l’amatoriale trascende il cinema e il divertimento prende il sopravvento a favore di una goliardia che francamente ci piace e non poco.

Sarà nostra abitudine ogni tanto pescare dei corti che funzionano a prescindere dalle doti tecniche e dalla recitazione, sono piccoli frammenti di girato che racchiudono una passione per il cinema viscerale, che tenta di venire a galla e lo fa senza fronzoli o tecnicismi, chi sta davanti e dietro la videocamera non osteggia velleità artistiche, ma vuole solo divertire e far divertire.

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