Rumore di fondo: immagini e poesia

Una ragazza prigioniera di se stessa, desiderio di fuga, immagini di viaggi mai intrapresi, di evasioni da prigioni senza sbarre…

Rumore di fondo è un cortometraggio di Stefano Terraglia, che a ben guardare ha tutto l’aspetto di un Aiku, quelle piccole poesie giapponesi che in soli tre versi racchiudono profondi e suggestivi significati, ma invece delle parole il regista, attraverso musica e immagini, riesce in una manciata di secondi a trasmetterci suggestioni molto intense.

Il montaggio alterna paesaggi in un livido bianco e nero a primissimi piani di un viso di donna, sguardi in cerca di qualcosa oltre il muro e pensieri liberi di esprimersi, ottima la colonna sonora composta dal maestro Lorenzo Pescini, che in questo caso rafforza non poco il messaggio che il regista cerca di trasmettere.

In questo caso musica e suggestioni visive sotituiscono dialoghi e recitazione, delle quali sinceramente non si sente la mancanza, ottimo esempio di come poetare attraverso immagini, un cortometraggio davvero ben riuscito e pregno di significato.