Solo un padre, recensione

Carlo (Luca Argentero) è un dermatologo che lavora in uno studio medico con altri colleghi ed amici, per lui la vita scorre nel tran tran quotidiano fatto di visite, un pò di sport e l’amore della sua vita, la piccola Sofia, amorevolmente coccolata nelle ore in cui Carlo è al lavoro dai nonni.

Carlo è vedovo da poco più di un anno, sua moglie è morta dando alla luce la sua Sofia che è diventata per l’uomo il centro di un microcosmo fatto di ricordi dolorosi, ma anche di impagabili momenti di dolcezza regalatigli dalla sua bambina, una figlia per cui Carlo ha un amore viscerale che il trauma subito e non pienamente metabolizzato trasforma spesso in una figura paterna iperprotettiva.

Ad aiutare Carlo nel suo percorso di padre single e marito afflitto da più di qualche rimpianto, gli onnipresenti amici e Camille (Diane Fleri), una bella studentessa francese che una mattina come tante piomberà nella vita di Carlo e di Sofia, portando un pò di quell’amore e solarità tutta al femminile da troppo tempo latitante.

Luca Argentero è senza alcun dubbio l’unico vero talento mai uscito dalla fucina di rampanti sconosciuti del televisivo Grande Fratello, un talento naturale a cui sinceramente non si può dir nulla, considerando anche la crescita esponenziale delle sue performance che lo vedono migliorare di pellicola in pellicola, a prescindere da copioni e personaggi interpretati.

Solo un padre diretto da Luca Lucini (Oggi sposi) è per Argentero il terzo film di un una fortunata serie dopo il corale Saturno contro e il delizioso Lezioni di cioccolato di Claudio Cupellini, è proprio con Cupellini che Argentero affinerà il suo registro comedy contribuendo ad arricchire le sue performance successive.

Lucini viaggia volutamente in superficie affidandosi a suggestioni dramedy che funzionano a corrente alternata, ma che comunque riescono a dare compattezza al racconto tra flashback, intensi primi piani e una splendida colonna sonora attenta a cogliere i pochi, ma fisiologici momenti di stanca della pellicola supportandone la narrazione e permettendo ad Argentero di lavorare sull’intensità, forse ancora un pò acerba, ma che comunque riempie le inquadrature e non è cosa da poco considerando età e mancanza di un solido background capace di dar maggior spessore alle sue caratterizzazioni.

Solo un padre scivola via lasciando piccole, ma significative tracce di sè grazie ad una messinscena che sfrutta con efficacia il materiale umano ed emotivo a disposizione. Lucini farà meglio in seguito con Oggi sposi che ne metterà in mostra l’indole da commediante all’italiana, mentre Argentero proseguirà il suo percorso di crescita aggiungendo personaggi e storie al suo bagaglio attoriale, anche se la strada è ancora lunga.

Note di produzione: il film è basato sul romanzo di Nick Earls Le avventure semiserie di un ragazzo padre, nei flashback nei panni della moglie del protagonista compare Claudia Pandolfi, le musiche sono di Fabrizio Campanelli, sul tema principale Giorgia ha composto il brano Per fare a meno di te.