Senza via d’uscita: trip senza ritorno

Un ragazzo in attesa di un sabato sera all’insegna dello sballo, una pillola magica carica di speranze e pronta a cancellare dubbi e paure, ma quello che all’inizio sembra un trip psichedelico dagli strani e coinvolgenti effetti, diventerà ben presto un incubo dal quale sembra impossibile risvegliarsi…

Senza via d’uscita di Stefano Terraglia è un buon esercizio di stile che vanta una certa creatività a livello visivo, certo siamo di fronte più ad un videoclip che ad un vero e proprio film che richiederebbe una parte recitata più corposa ed articolata, ma è indubbio il talento dimostrato dal regista nel realizzare questo cortometraggio.

Il montaggio, l’inanellarsi di visioni inquietanti e surreali accompagnate da una colonna sonora martellante ed ipnotica ben trasmettono lo straniamento sensoriale del protagonista, che a volte assume posture ed espressioni un pò sopra le righe sfiorando il grottesco, ma questo sembra un tentativo di mostrare un lato dello sballo visto dall’esterno, puramente oggettivo, quindi qiualche intemperanza espressiva la si può perdonare.

Se all’inizio il viaggio sembra eccessivamente lungo, man mano che si entra nell’ottica delle allucinazioni il tempo assume un connotato diverso perchè scandito dalla musica e dalle immagini che riescono a comprimere lo scorrere dello stesso e ad arrivare all’epilogo alquanto speditamente.

Ottimo il montaggio e suggestiva la realizzazione, un pò meno il contesto della recitazione, ma visto anche il messaggio finale non si può che promuovere questo cortometraggio, anche con tutti gli evidenti difetti, che denotano solo un bisogno di crescita e non certo una mancanza di talento.