Prey-La caccia è aperta, recensione

la-locandina-italiana-di-prey-41244Tom Newman (Peter Weller) ha deciso che non c’è nulla di meglio che un bel viaggio con famiglia al seguito per sistemare qualche acredine, acredine nata dal suo secondo matrimonio con la bella Amy (Bridget Moynahan), eletta subito matrigna delle favole dalla figlia adolescente  di Tom, Jessica (Carly Schroeder).

Tom ha un’altra geniale idea, come se la prima non bastasse, lasciare che Amy, Jessica e David, il figlioletto di dieci anni, fraternizzino durante un bel safari alla scoperta della savana e delle sue meraviglie, purtroppo il terzetto rimane senza guida dopo che quest’ultima viene sbranato da un branco di feroci leoni che subito dopo l’antipasto, assediano la jeep sperando che qualcuno a bordo tenti un’inutile fuga.

Così il terzetto si troverà a confrontarsi con un branco di leoni affamati, ma molto pazienti, un caldo infernale e la mancanza di viveri, insomma un vero e proprio assedio in piena regola, e per non farsi mancare nulla la famigliola farà anche la conoscenza di alcuni pericol9si bracconieri senza scrupoli.

Il regista sudafricano Darrell James Roodt dopo gli ampi consensi del suo Yesterday, pellicola candidata agli Oscar 2005 come miglior film straniero, si da al thriller  e sforna una pellicola sin troppo convenzionale e alquanto prevedibile, anche se non priva di alcune situazioni riuscite e di una recitazione perlomeno dignitosa.

Se qualcuno ricorda il Cujo di Stephen King saprà grosso modo di che genere di film stiamo parlando, ma se in quel caso la fantasia di King trasformava un pacifico cagnolone in una sorta di demoniaca e letale creatura e lo script in qualcosa di più, qui tutto scorre via con ben poche sorprese e già dai primi minuti si sa benissimo dove il regista e sceneggiatori andranno a parare.

In prodotti del genere l’eccessiva prevedibilità è non solo un pericoloso tallone d’Achille, ma un peccato mortale, aggiungeteci uno script che esile è definire poco, e ci troviamo di fronte ad un film che ha ben poco da raccontare  e pronto a finire ben presto nel dimenticatoio.