Mercenary for Justice: recensione

John Seeger (Steven Seagal) è un mercenario che nel corso degli anni ha risolto molte situazioni estreme in zone calde per l’Agenzia, Seeger è un esperto a tutto tondo, molto richiesto e specializzato in qualsiasi cosa possa recare danno al prossimo, armi, esplosivi ed è capace di uccidere a mani nude con l’ausilio di una esotica e letale arte marziale. come spesso accade la vita del mercenario non permette di avere una famiglia, ma John ce l’ha e purtroppo è in grave pericolo.

La famiglia del mercenario Seeger è stata sequestrata e viene utilizzata come merce di scambio, in cambio della vita dei suoi familiari Seeger dovrà utilizzare la sua squadra e tutta la sua esperienza per penetrare in un inespugnabile carcere di massima sicureza e liberare il figlio di un importante boss della droga.

Sta diventando sempre più difficile trovare lati positivi in questa sorta di fotocopie action che Mr. Seagal continua a sfornare con una cadenza impressionante, il personaggio principale è sempre il medesimo, al limite si cambia il nome, e si da una rinfrescata al background,

Nei film di Seagal c’è sempre la CIA e qualcuno in pericolo, famiglia, figli, poi aggiungiamoci una bella minaccia tipo virus letale o arma batteriologica che fa tanto ansiogeno e poi vai con scazzottate a base di arti marziali, in realtà sempre meno visto l’avanzare dell’età e l’aumentare del peso dell’ex-divo, minacciosi sguardi a fessura stile l’Eastwood di Callaghan, improbabili controfigure mingherline ed esplosioni e sparatorie a go go.

Mercenary for Justice riunisce Seagal ed il regista del terrificante Today you die, Don E. FauntLeRoy, regista capace esclusivamente di girare scene di guerriglia e sparatorie, la sequela di dialoghi imbarazzanti e minacciose minacce verbali infarcite di luoghi comuni è la medesima dei film precedenti, l’unica cosa degna di nota è una buona sequenza iniziale e la fracassona irruzione nel carcere il resto è da dimenticare. Solo per Seagaldipendenti